La Lega a Lamezia fuori dalle elezioni per volere del partito nazionale

Tanto tuonò che piovve, e la Lega di Lamezia Terme segue il diktat nazionale inviso alla candidatura di Pegna

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    Tanto tuonò che piovve, e la Lega di Lamezia Terme segue il diktat nazionale. «Mi corre l’obbligo di comunicare che, d’intesa con il segretario nazionale, Matteo Salvini e con il commissario regionale del partito, Cristian Invernizzi, la Lega in esito anche ad una doverosa e democratica fase di confronto apertasi al suo interno, ha assunto la decisione di non partecipare con una propria compagine elettorale al turno amministrativo che interesserà la città di Lamezia Terme nel prossimo mese di novembre», comunica Domenico Furgiuele, deputato lametino, sostenendo che «le ragioni alla base di tale determinazione sono ascrivibili all’accelerazione impressa al processo di scelta del candidato a sindaco del centrodestra culminato con una indicazione che non ha superato l’approfondito e successivo vaglio politico condotto dagli organismi di direzione regionale e nazionale del partito. Di qui, la decisione di non correre con una nostra lista cui la Lega di Lamezia, in ossequio ai valori della disciplina di partito e di fedeltà ai suoi ideali, si conforma con la lealtà di sempre».

    Nonostante il materiale elettorale fosse già pronto, nessun commento era arrivato in fase di presentazione di Ruggero Pegna come candidato a sindaco, ora Furgiuele spiega a «militanti, alleati, opinione pubblica e operatori dell’informazione che l’assunzione di questa scelta, presa ovviamente non senza rammarico e travaglio interiore, è il frutto di un confronto tutto interno alla Lega».

    Arriva così «ai candidati a sindaco tutti della mia città giunga l’augurio più sincero di una campagna elettorale tesa, innanzitutto, a promuovere il confronto sulle soluzioni ai tanti problemi di questa città. Chiunque vincerà, sappia, che il mio ufficio istituzionale sarà a disposizione delle cause giuste, quelle che uniscono al di là delle appartenenze politiche».

    Certo, poi il leader Salvini è lo stesso che ha promosso il ricorso al Consiglio di Stato contro il ritorno del centrodestra alla guida della città dopo la vittoria al Tar, ed il medesimo che ha prolungato il commissariamento a novembre, senza che nessuno abbia contestato tali scelte. Ha pesato invece oggi un vecchio post del candidato a sindaco che criticava le posizioni di Salvini, “rispolverato” da un europarlamentare di Milano con radici calabresi.
    g.g.
     

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