«Per far ripartire l’ospedale di Soveria Mannelli basterebbero due infermieri, un fisioterapista e un radiologo che venisse due volte a settimana»

Dopo la soppressione del servizio vaccini a Soveria Mannelli, nuovo incontro del Comitato Pro Ospedale del Reventino ieri in Piazza Bonini.

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    Dopo la soppressione del servizio vaccini a Soveria Mannelli, nuovo incontro del Comitato Pro Ospedale del Reventino ieri in Piazza Bonini.  Alessandro Sirianni, vicepresidente del sodalizio, ha elencato tutti i nodi da sciogliere che incombono sulla non funzionalità della struttura ospedaliera, partendo dal Pronto Soccorso, passando dalla cardiologia, dalla gastroenterologia, dalla fisiatria al laboratorio alla radiologia, per finire alla medicina territoriale, priva dell’assistente sociale e al servizio vaccinale. «Tutto quanto in elenco potrebbe risolversi con 4 unità. Due infermieri, un fisioterapista e un radiologo che venisse due volte a settimana, oltre che con una rimodulazione strumentale e qualche provvedimento sensato» sostiene Sirianni. 
    Il presidente Antonio Maida ha chiesto nuovamente attenzione sul documento programmatico che il Comitato, unitamente a esponenti dell’ASP, quale il DS Gallucci, Irene Torchia ed altri, ha definito e presentato sia in sede ASP, che presso gli Uffici del Commissario ad Acta. «Un documento – sostenibile Maida – che con poco potrebbe dare dignità ai servizi che l’ospedale eroga su questo comprensorio», ammettendo che «il Comitato seriamente sta pensando di entrare nell’agone delle elezioni regionali, anche se in quale forma ancora non è stato deciso». 
    «Chimerò a raccolta tutti i miei omologhi – sottolinea il sindaco Sirianni – e andremo da Cotticelli a spiegare il senso di questo ospedale» mentre per Don Don Roberto Tomaino «l’Ospedale sta diventando un argomento da bar, come il calcio, si dicono quattro parole e finisce lì, come se la cosa non interessasse a nessuno, invece questo deve essere spostato, in modo da far sì che tutto il territorio percepisca che alcune cose vanno preservate non con il distacco, ma con l’interesse collettivo. La gente deve prendere coscienza che certe cose devono essere difese, perché stanno alla base di ogni assetto sociale», dichiarando di avere intenzione di interessare anche il vescovo.

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