Il segretario cittadino del Pd chiede di non pubblicare il bando di gestione del Teatro Grandinetti

Sirianni reputa inopportune le linee di indirizzo che la terna ha però previsto già a maggio 2018

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    Il segretario lametino del Pd, Antonio Sirianni, saluta positivamente la riapertura del Teatro comunale “Grandinetti”, reputando che «dopo mesi e mesi di chiusura forzata, finalmente un luogo che ha rappresentato per tanti anni la casa della cultura e dell’intrattenimento per la città, riacquista la sua importante funzione».
    Se nessuna valutazione viene fatta sulla scelta di chiudere un bene discrezionalmente senza emettere apposita ordinanza, alla terna commissariale viene rimproverato invece un atto del maggio 2018, contestato solo dalle associazioni e non dalla politica, che ora in campagna elettorale riscopre la vis polemica.
    «Il Partito Democratico esprime perplessità per l’ipotesi ventilata in queste ultime ore circa la volontà da parte della gestione commissariale del Comune di  a pubblicare, a breve,  un bando per la gestione del Teatro comunale “Grandinetti” sul presupposto che lo stesso sia un “bene di rilevanza economica”», spiega Sirianni, «analoghe perplessità, inoltre, avanziamo anche rispetto alla tempistica dell’operazione. Non si ravvede, infatti, quale urgente necessità possa giustificare, in piena campagna elettorale, la pubblicazione del bando. Per questo chiediamo che venga bloccato ogni provvedimento previsto in tal senso».
    Con le stagioni di prosa ufficialmente iniziate, però, qualcuno dovrà pur garantire l’uso e l’apertura dell’impianto, ma secondo Sirianni sarebbe «opportuno che sia la nuova amministrazione a decidere come affrontare non solo la questione specifica relativa al Teatro ma l’intera materia inerente la programmazione e le forme ritenute più opportune per l’affiancamento delle associazioni nell’indispensabile ricostruzione del tessuto culturale che può e deve rappresentare un punto di forza per il rilancio complessivo della città. Si tratta, come si comprende bene, di un’operazione di lungo respiro e che richiede, di conseguenza, la stretta interlocuzione tra l’amministrazione e tutti i soggetti impegnati nel settore della cultura e dell’intrattenimento, che tenga in debito conto il mantenimento dell’equilibrio tra le esigenze finanziarie dell’Ente e quelle delle associazioni sulle quali, sia nel caso del Teatro che per le altre strutture pubbliche, non possono ricadere anche i costi di gestione di queste ultime». 

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