La segreteria cittadina del Pd punta il dito contro l’altra ala dell’opposizione nell’analisi post voto

Anche il non essere arrivati neanche al ballottaggio non placa le polemiche interne al centrosinistra

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    Anche il non essere arrivati neanche al ballottaggio non placa le polemiche interne al centrosinistra, e così la segreteria cittadina del Pd punta il dito contro l’altra ala dell’opposizione reputando che «nemmeno la sconfitta elettorale dispensa un minimo di umiltà, sarebbe opportuno riflettere sulle proprie inadempienze prima di parlare delle responsabilità degli altri e dispensare sentenze».

    Dal Partito Democratico il riferimento nemmeno troppo velato è all’analisi di Rosario Piccioni e del suo gruppo, con un rimbalzo di responsabilità e di accuse reciproche mentre in consiglio comunale si avranno 4 consiglieri divisi in 3 gruppi diversi date le premesse che non promettono una rinnovata unità.

    «La storia poteva essere diversa e la politica non si esercita con l’aritmetica: bastava aderire ad un percorso che ha sempre voluto mettere al centro della discussione il bene di Lamezia, superando legittime ambizioni personali, convergendo su una figura terza che tutti poteva rappresentare», sostiene il Pd, reputando di avere «la coscienza pulita, sapendo di aver tentato ogni percorso possibile per costruire una solida alleanza di centro sinistra, su un progetto politico capace di interpretare il pensiero e rispondere alle disillusioni e ai bisogni dei tanti elettori, anche di area più moderata, che non si riconoscevano e non si riconoscono in queste destre rissose e chiacchierate». Elettori che, se non hanno votato centrosinistra, e non sono andati sulla parte opposta, faranno parte però di quel 46% che è rimasto a casa il 10 novembre.

    Altra stoccata è al fronte che non è sceso in campo, come quello di Grandinetti e Liotta, sostenendo sia «un fatto che coloro che amano da mesi esercitarsi incessantemente nell’incomprensibile arte del fuoco amico, avevano deciso fin da subito altri percorsi, ci si permetta, i più disparati, da candidature evaporate senza colpo ferire, al perseguimento di obiettivi di minima, fino al cambio di casacca esplicito o di fatto. Ora stiamo assistendo all’impazienza del ballottaggio e i primi segni evidenti fanno registrare il solito mercato al maggiore offerente, millantando, come d’uso, l’arte dell’orientamento dei consensi».

    Ringraziando i candidati delle due liste e l’aspirante sindaco Guarascio, la segreteria cittadina del Pd contesta che «aver perso buon senso ed equilibrio, aver dimenticato il valore della misura oltrepassando ogni giorno il limite della decenza, non aiuta a costruire percorsi maturi, anzi alimenta distanze difficili da recuperare, sempre che l’obiettivo, ancora una volta, non sia quello di aspirare ad una presenza minoritaria che guarda alla luna, pregiandosi di essere migliori degli altri» mentre «nelle campagne elettorali si può vincere e si può perdere, sta alle persone che si riconoscono nell’idea di un centro-sinistra moderno e inclusivo, libero da potentati e signorie, il perseguimento delle azioni concrete per interpretare le esigenze dei nostri cittadini e per realizzare il progetto di una Lamezia finalmente normale». Ma divisi in minoranza, a quanto pare.
    g.g.

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