«L’appello è quello di andare a votare, ma senza accordi sottobanco di tipo politico»

Alle urne domenica ci sarà un ballottaggio per il sindaco tutto interno al centrodestra, sulla parte opposta politica si continua invece nel confronto interno con medesimi toni.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Alle urne domenica ci sarà un ballottaggio per il sindaco tutto interno al centrodestra, sulla parte opposta politica si continua invece nel confronto interno con medesimi toni. Rosario Piccioni, unico ad entrare in consiglio comunale delle due liste che l’hanno supportato alla carica di sindaco (in aula ci sarà come gruppo “Lamezia Bene Comune”), parte dall’analisi del dato elettorale: «l’onestà ed umiltà ci porta a dire che il centrosinistra ha perso, diviso, e le responsabilità sono plurime comprese le nostre. Proprio per questo abbiamo stilato una cronistoria di come si è arrivati alla data del voto, che sarebbe stata novembre 2019 o maggio 2020 poco cambiava, con un avvio di un percorso ad aprile presso il Civico Trame avviato da me, Aquila Villella ed Italo Reale. L’attenzione nel centrosinistra c’era, in uno dei primi incontri trovammo 18 interventi in un momento nazionale importante come l’ascesa dell’influenza di Salvini nel governo gialloverde. Da maggio il Pd inizia a tirarsi fuori da questo tavolo, diminuendo drasticamente il numero di partecipanti».

    Da luglio, con l’elezione di Antonio Sirianni a segretario cittadino del Pd, si riprendono i contatti tra i coordinatori di Lamezia Bene Comune (D’Elia e Gilberti) ed il fronte del Partito Democratico, mentre il mese dopo lo stesso segretario rinviava al dopo 26 agosto l’incontro programmatico. Il dibattito verteva, sia via mail che whatapp, sulla modalità di scelta del candidato a sindaco, che poteva essere sia coordinata che tramite primarie. La macchina organizzativa in tempi diversi si attiva a settembre: il 12 in Piazza Mazzini lo stesso Piccioni rilancia la necessità di sedersi attorno ad un tavolo, il 16 si arriva ad un incontro con 4 nomi (Sirianni, Grandinetti, Reale, Piccioni). «Nessuno aveva opposto resistenze a Sirianni, se non lo stesso segretario che ha ritirato la propria candidatura proponendo poi successivamente il nome della Morano, venuta meno poi anche lei in seguito e arrivando poi al nome di Guarascio. In questa fase nessun tavolo è stato convocato, rimanendo fermi all’incontro del 16 settembre», spiega Piccioni, «solo successivamente c’è stato un incontro in cui avevamo sottolineato come i nomi della Morano e di Guarascio erano esponenti civici ma non politici in cui l’elettorato si sarebbe riconosciuto. Questa strada si sarebbe potuta seguire partendo però solo molto prima».

    Il rammarico è che «Guarascio prende circa 250 voti in meno rispetto alle proprie liste, io invece circa 700 in più, quindi avremmo potuto avere una campagna elettorale diversa. Si ci è arroccati sul voler scegliere da soli il nome del candidato da parte del Pd, da parte nostra non abbiamo avuto esitazione nel cercare di aprire a tutto il fronte del centrosinistra».

    Domenica sulla scheda elettorale compariranno però Pegna e Mascaro, ed in tal senso Piccioni non nasconde che «l’appello è quello di andare a votare, ma non abbiamo nulla a che spartire né con vecchi gruppi di potere né partiti distanti dalla nostra storia politica. Nella fase amministrativa porteremo avanti i nostri programmi, ma senza accordi sottobanco di tipo politico».

    L’auspicio è che «anche se all’opposizione si possa ritrovare un fronte unito del centrosinistra, avendo 4 consiglieri su 24, anche per rispetto dell’elettorato. Nella passata amministrazione ci eravamo trovati da gruppi diversi a fare fronte comune con la consigliera Villella, ma non con i consiglieri del Pd, con casi come Zaffina che oggi si trova in lizza per entrare anche in giunta in caso di vittoria di Mascaro», ed in generale si reputa che «ci sono gruppi che spingono determinati consiglieri, vedi il successo di Saullo che da volto nuovo ha sfondato i 1000 voti, che passeranno all’incasso per giunta e partecipate. Se ciò non dovesse avvenire non mi sorprenderei di cambi di fronte». 

    A gennaio sarà nuovamente mese elettorale con le regionali, e la sede dell’isola pedonale ora si concentrerà su questa nuova scadenza. «Lamezia è una città importante della Calabria, stiamo dialogando con movimenti simili al nostro a livello regionale ma attendiamo di avere un quadro chiaro in base delle candidature, perché quanto successo a livello locale potrebbe succedere anche a livello regionale» ipotizza Piccioni, non nascondendo una valutazione personale non positiva dell’operato di Oliverio. 
     

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