Rifiuti non calabresi interrati in due ex cave lametine, 20 arresti (VIDEO)

Sistema criminale organizzato che gestiva in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che venivano sversati all’interno di discariche abusive site nel comprensorio lametino, coinvolgendo ditte con sede a Gizzeria, Bologna, Campania nell'interramento di rifiuti speciali come i medicinali .  

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    Dopo quella denominata Feudo da parte dei carabinieri, nuova operazione della polizia a scoprire un traffico di rifiuti che provenienti da altre zone di Italia sono stati interrati nel territorio lametino, anche di notte, con coinvolte due ex cave, Parisi e Liparota, nella zona compresa tra San Sidero ed il rettifilo Bagni (la cui ex discarica è in fase burocratica per la definitiva bonifica). 
    Sono 20 le persone arrestate, in collaborazione con le Squadre Mobili di Milano, Varese, Como, Torino, Bologna, Salerno, Benevento, sono:

    • Custodia cautelare in carcere per: Antonio Maurizio Bova (1978), Angelo Romanello (1984), Assunta Villella (1974), Giuseppe Parisi (1973), Giuseppe Liparota (1959), Gianfranco Liparota (1984), Felice Antonio Liparota (1983), Felice Gabriele (1963).
    • Arresti domiciliari per: Domenico Antonio Sacco (1994), Sarina Parisi (1961), francesco Parisi (1971), Michelina Imparato (1970), Matteo Molinari (1983), Pasquale Gabriele (1991), Giuseppe Leto (1958).
    • Obbligo di presentazione alla Pg per: Domenico Bernardo (1974), Tommaso Galati (1978), Ferdinando Benincasa (1977), Angelo Mancuso (1961), Gennaro Battipaglia (1951)

    Le indagini partite la scorsa estate, supportate da intercettazioni telefoniche, hanno fatto emergere l’esistenza di vero e proprio sistema criminale organizzato che gestiva in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che venivano sversati all’interno di discariche abusive site nel comprensorio lametino, coinvolgendo ditte con sede a Gizzeria, Bologna, Campania nell’interramento di rifiuti speciali come i medicinali.

    Le indagini, dirette per la Procura di Catanzaro dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Capomolla e dai Sostituti Procuratori Elio Romano e Corrado Cubellotti e per la Procura di Lamezia Terme dal Procuratore Salvatore Curcio e dal Sostituto Procuratore Marica Brucci, hanno preso avvio dalla individuazione di una discarica abusiva, sita in località “Bagni” a Lamezia Terme, dove alcuni autocarri si recavano per sversare rifiuti, formalmente destinati ad essere stoccati presso siti autorizzati del Nord Italia, ma di fatto inutilizzati.

    La conseguente attività investigativa, supportata anche da attività tecniche di intercettazione, ha fatto emergere l’esistenza di un vero e proprio sistema criminale organizzato, diretto da Maurizio Bova e Angelo Romanello, i quali, attraverso la costituzione ed il controllo di fatto della “ECO LO.DA” con sede in Gizzeria (già al centro della precedente inchiesta dei carabinieri) e la “CRM”, con sede a Dozza (Bologna), entrambe destinatarie di un provvedimento di sequestro preventivo, gestivano in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che sono stati sversati sia all’interno della discarica abusiva di località Bagni, sia presso un ulteriore sito individuato in località San Sidero a Lamezia Terme, prossimi ad alcuni corsi d’acqua che attraversano il territorio Lametino.

    Gli accertamenti e le analisi a suo tempo svolti presso i siti individuati avevano permesso di rilevare la presenza anche di rifiuti classificabili come speciali e pericolosi, in particolare farmaci smaltiti attraverso gli indagati da una società campana e provenienti da quella regione.

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