Non solo il commissariamento per infiltrazioni mafiose, ma ora per l’Asp di Catanzaro arriva anche la dichiarazione di dissesto finanziario

Approvato il bilancio d’esercizio 2018 con una perdita di esercizio di 56.161.334,14 euro, i commissari Franca Tancredi e Salvatore Gullì segnalano la delibera a Cotticelli

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    Non solo il commissariamento per infiltrazioni mafiose, ma ora per l’Asp di Catanzaro arriva anche la dichiarazione di dissesto finanziario.
    Approvato il bilancio d’esercizio 2018 con una perdita di esercizio di 56.161.334,14 euro, i commissari Franca Tancredi e Salvatore Gullì rimarcano come anche la relazione prefettizia che ha portato al loro arrivo all’azienda sanitaria abbia evidenziato come i bilanci fin dal 2014 abbiano chiuso in fase di perdita, rimarcando come l’ultimo bilancio riporti «un disavanzo in aumento del 173%, doppio rispetto a quello del precedente esercizio finanziario, ed addirittura quintuplo rispetto alla perdita registrata nell’anno 2014».
    Gli ultimi richiami erano arrivati dalla Corte dei Conti già ad ottobre, segnalando diverse anomalie, ma nella lunga disamina oltre alle «gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei bilanci» ereditate si sottolinea anche che «risulta una strutturale e reiterata carenza mensile della rimessa regionale, il cui importo anziché ammontare a 47,5 milioni di euro circa, risulta nettamente inferiore essendo pari a 35 milioni circa».
    La delibera ora sarà inviata al commissario ad acta Cotticelli, che della vicenda potrà discutere già martedì nell’incontro fissato con i comitati e gli esponenti della sanità lametina e del Reventino, con in caso di approvazione e prosecuzione della strada del dissesto lo scorporamento della fase fino al 31 dicembre 2018 che sarà gestita da un altro commissario, mentre la gestione ordinaria sarà affidata all’attuale terna che dovrà successivamente deliberare «l’ammontare indispensabile per consentire a questa Azienda Sanitaria la regolare erogazione dei servizi istituzionali anche in relazione ai rapporti contrattuali con i terzi autorizzati ed in possesso dei requisiti di legge». Il Tuel però indica anche altre conseguenze che valgono tanto per Comuni e Province che per le aziende pubbliche, come il blocco di ogni assunzione per 5 anni e la decadenza di contratti esterni, ma su questo aspetto se si andrà oltre ai timori della norma bisognerà attendere i risvolti successivi, così come dovrà essere la Corte dei Conti a decidere eventuali responsabilità dei singoli coinvolti nelle gestioni passate.
    Gi.Ga.

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