Asp in dissesto, D’Ippolito chiede ai commissari Cotticelli e Crocco di autorizzare le assunzioni che sarebbero bloccate

In aggiunta che revocare il decreto regionale di san Silvestro con cui è stato disposto il temporaneo utilizzo di personale dell’Asp di Catanzaro e di altre aziende della Sanità calabrese presso il dipartimento Tutela della salute

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    Il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito ha inviato una diffida ai commissari alla Sanità calabrese, Saverio Cotticelli e Maria Crocco, trasmettendola per conoscenza alla Procura di Catanzaro e riservandosi di chiedere al ministro della Salute la sostituzione dei due delegati governativi, «perché autorizzino con proprio decreto la spesa necessaria a riaprire i reparti dell’ospedale lametino ancora chiusi per carenza di personale. Ho inoltre intimato loro di richiamare il dipartimento regionale Tutela della salute per quanto allo stesso proposito concerne la programmazione».
    Nel mezzo ci sarebbe sempre una dichiarazione di dissesto da circa un mese da parte dell’Asp di Catanzaro, con quindi conseguente blocco delle assunzioni e ristrettezze ulteriori economiche, ma il deputato del Movimento 5 Stelle aggiunge alle richieste anche quella di «garantire il funzionamento a regime del reparto di Medicina dell’ospedale di Soveria Mannelli, già fortemente penalizzato dall’incompiuta attuazione, in ordine alle dotazioni, di quanto previsto nell’ambito del riordino della rete dell’assistenza ospedaliera. Infine, nella diffida in questione – aggiunge il parlamentare – ho chiesto ai due commissari di revocare immediatamente il decreto regionale di san Silvestro con cui è stato disposto il temporaneo utilizzo di personale dell’Asp di Catanzaro e di altre aziende della Sanità calabrese presso il dipartimento Tutela della salute. Infatti tale provvedimento, che avevamo denunciato e contestato soltanto noi, presenta un insanabile contrasto con norme contenute nella legge di conversione del decreto Calabria ed è manifestamente contrario all’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario».

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