L’arrivo di Salvini indigna Pegna e gli antagonisti, ed anche i divieti di sosta diventano un caso

L'oggi consigliere comunale dell'Udc non dimentica il mancato appoggio alla corsa a sindaco, sperando nel successo delle forze moderate del centrodestra

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    Se fino ad oggi la campagna elettorale per le regionali a livello locale ha avuto pochi acuti, con incontri per lo più al chiuso dei punti elettorali e singoli appoggi ai vari candidati, la venuta di Matteo Salvini di domani a Lamezia Terme riscalda gli animi della parte politica avversa, ma non solo.
    Ruggero Pegna, candidato a sindaco della Città dal centrodestra, giunto al ballottaggio dello scorso 24 novembre, al quale Salvini ha tolto il sostegno per le sue posizioni  a favore del sindaco di Riace e per il suo romanzo antirazzismo “Il cacciatore di meduse”, si schiera contro l’ex Ministro dell’Interno, che in città verrà però a supporto dei candidati che appoggiano il centrodestra, in cui corre anche l’Udc a cui Pegna ha dopo aderito.
    «Pur ammettendo il sollievo provato quando ho appreso la notizia della defezione della Lega, che mi ha tolto l’imbarazzo di essere sostenuto da un partito che non stimo per la sua storia antimeridionalista e le posizioni arroganti su molti temi di natura unamitaria, mi tocca sottolineare quanto questo episodio sia la conferma della superficialità e dell’approssimazione con cui l’onorevole Salvini affronta argomenti delicati di democrazia», sostiene il promoter lametino, «in particolare, temi riguardanti realtà del Sud che, evidentemente, ignora o verso i quali è scarsamente interessato. Al di là della sua disapprovazione di alcuni miei punti di vista su Lucano e migranti, che è chiaramente reciproca, avrebbe innanzitutto dovuto rispettare la scelta degli uomini del suo partito  a Lamezia, trattati come burattini e costretti a fare marcia indietro dopo varie riunioni elettorali, e avrebbe naturalmente dovuto favorire il cambiamento dopo un ennesimo triste scioglimento comunale».
    Pegna ricorda come «la mia decisione di aderire alla proposta di candidatura, nonostante la presenza della Lega, non rispondeva infatti a rigorosi criteri politici, ma aveva come obiettivo esclusivo l’amministrazione di questa Città, tra le più importanti del Sud per posizione e territorio. Il suo comportamento, qualora ce ne fosse bisogno, attesta esclusivamente l’interesse a usare il Meridione nelle consultazioni che assumono significato politico nazionale per accrescere la quantità di voti della Lega e, quindi, la sua leadership». 
    Secondo il consigliere comunale dell’Udc «il successo della Lega al Sud, a parte i carrierismi di chi ha trovato in questo partito gli spazi necessari, è esso stesso emblema delle contraddizioni, dell’autolesionismo e della mancanza di autostima e rispetto verso se stessa di parte della gente del Meridione. Per questi motivi, mi auguro che i partiti moderati del centro destra possano accrescere i loro consensi, ristabilendo l’equilibrio necessario all’interno della coalizione, basato su buon senso e valori che possano davvero garantire libertà, democrazia e sviluppo al Paese e, in particolare, ad un Sud usato e abbandonato».
    Dal fronte antagonista fatto di varie sigle in mutazione a seconda dell’argomento, ma senza una vera rappresentanza politica dentro e fuori le istituzioni, danno appuntamento per un presidio di contestazione domani alle 18 in Piazza Mercato Vecchio, quindi a breve distanza dall’isola pedonale dove dalle 19 parlerà il leader del Carroccio.
    Si punta il dito contro «quella classe politica che ha negato ai calabresi la possibilità di costruire in questa terra un futuro dignitoso per tutti i suoi cittadini» che «accetta l’appoggio per fini elettorali di chi prima ha infangato il Sud, e ora si traveste da risolutore dei mali del nostro tempo, dimostrando ancora una volta la propria incapacità. Non dimentichiamo certo che Salvini è il capo del partito che propone per la Calabria e per tutto il Sud, con il federalismo differenziato, lo sganciamento definitivo dal resto del paese, meno risorse al Sud e quindi meno lavoro, meno accesso alle cure, meno tutele sindacali, in generale meno diritti».
    Nel mentre c’è anche da gestire l’ordine pubblico e la viabilità: se nei giorni scorsi la macchina social del leader in tour elettorale era stata oggetto di derisione per la divisione tra Lamezia Terme ed il resto della Calabria, come se la città della piana fosse una realtà diversa, oggi lungo via Isonzo e via Italo Galli son comparsi i cartelli che vietano la sosta in contemporanea con il comizio politico. Se non fosse che né online, né sulla segnaletica, viene citata quale sia l’ordinanza che regola il cambio di viabilità. 
    Gi.Ga.

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