«Non si è democratici nel pretendere che la maggioranza civica che governa questa città possa partecipare alle Commissioni con 2 componenti a fronte dei 7 dell’opposizione»

Replica all'analisi effettuata questa mattina dai consiglieri di centrosinistra il presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme, Pino Zaffina, tra pareri politici ed istituzionali

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    Replica all’analisi effettuata questa mattina dai consiglieri di centrosinistra il presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme, Pino Zaffina, sottolineando che «le Commissioni Consiliari sono state costituite con disposizione del Presidente del Consiglio prima della conferenza stampa (ma non chiarendo che è avvenuto solo ieri, nb), e si è già provveduto alla convocazione delle stesse per la elezione dei loro Presidenti; per cui si può tranquillamente affermare che sono diventate operative». Lo saranno però dalla prossima settimana, ovvero un mese dopo il primo consiglio comunale, ma le festività natalizie sono state un primo cuscinetto per dilatare i tempi.
    «Nessuna richiesta di convocazione delle commissioni o di conferenza dei capigruppo è stata avanzata dai consiglieri eletti; e solo in data 10 gennaio i gruppi di “Lamezia bene comune” e “Nuova era – Guarascio sindaco” hanno comunicato alla presidenza la composizione dei loro gruppi, impedendone quindi alcuna funzionalità», spiega Zaffina, anche se il regolamento imporrebbe altri tempi, recitando il terzo comma del sesto capitolo: “i consiglieri che entro 10 giorni dalla convalida degli eletti non dichiarino di appartenere ad alcun gruppo e il consigliere che dichiari di non voler più appartenere al proprio gruppo, senza aderire entro il medesimo termine ad altro gruppo, sono iscritti al gruppo misto”. Ma anche in questo caso andrebbero verificate le dichiarazioni di ogni consigliere dopo il primo consiglio comunale, in cui nessuno aveva avanzato tale ipotesi, mentre sulle mozioni presentate da Piccioni il presidente del consiglio comunale contesta che «sono state protocollate in data 15 e 17 gennaio, cioè alcune solo qualche ora prima della conferenza stampa».
    Altro passaggio quello sullo smembramento dei consiglieri di maggioranza, che da 2 gruppi passano a 7, stesso numero presente in opposizione, a cui Zaffina imputa che «nessuno ha ritenuto di accorparsi, ci si limita ad unirsi solo nelle conferenze stampa del centrosinistra dove però non si riesce neppure ad essere tutti presenti; ed il PD trova il modo di farsi rappresentare da chi, avendone impedito l’unità elettorale, ha fatto sì che il candidato sindaco del Pd non potesse conseguire neppure il ballottaggio». 
    Intanto da 8 gruppi iniziali si è passati a 14, e Zaffina non condivide neanche l’analisi dei costi offerta da Piccioni, ricordando che «un consigliere comunale a Lamezia non può mai conseguire per la partecipazione alle commissioni un compenso che superi le 700 euro mensili, anche partecipando a tutte le sedute consiliari possibili, parlare di un aggravio di spesa di 100.000 euro l’anno è pertanto una palese menzogna. Già nel passato in  Consiglio Comunale i gruppi erano 13». Se non fosse che molti dei gruppi erano frutto di singole liste elette, e nel 2015 erano il doppio quelle presentate rispetto a quanto successo a novembre, mentre sui costi calcolando un gettone di 30 euro a consigliere si passa dai preventivati 240 euro a 420 euro per singola seduta.
    Una manovra politica che Zaffina non condanna sostenendo che «non vi è alcun dubbio che la democrazia sia partecipazione, non si è democratici nel pretendere che la maggioranza civica che governa questa città possa partecipare alle Commissioni con 2 componenti a fronte dei 7 dell’opposizione». Ma quei 2 consiglieri avrebbero avuto un voto ponderato superiore ai 7 della minoranza.
    Gi.Ga.

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