Jacurso, archiviata l’accusa di diffamazione a carico dell’assessore comunale Mascaro

La condotta tenuta dall’assessore Mascaro, pertanto, è stata improntata ad esaltare la propria gestione amministrativa, in polemica con l’operato delle precedenti amministrazioni, senza mai trasmodare in espressioni scorrette o gratuitamente offensive della dignità altrui.

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    Il Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia Terme, Emma Sonni, ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico dell’assessore del Comune di Jacurso, Gianluca Mascaro, assistito da Gianluca De Vito, accusato del reato di diffamazione da Manduca Andrea di San Pietro a Maida, assistito da Cesare Novelliere.
    Secondo le propalazioni del querelante, l’assessore Mascaro, nel corso di una conferenza pubblica tenuta dagli amministratori comunali di Jacurso, nel riferire in ordine a servizi comunali recentemente appaltati, in particolare relativi alla manutenzione della pubblica illuminazione, avrebbe utilizzato delle espressioni asseritamente diffamanti, all’indirizzo dello stesso.
    Non è stato dello stesso avviso il Pubblico Ministero, che ha richiesto l’archiviazione del procedimento, ritenendo sussistente la scriminate della critica politica, di cui all’art. 51 c.p.
    All’esito dell’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione, tenutasi il 15 Gennaio, il GIP ha inteso vagliare approfonditamente la vicenda, accogliendo integralmente le tesi difensive proposte dall’avvocato De Vito rilevando, preliminarmente, l’inammissibilità dell’opposizione proposta, poiché carente di indicazioni circa ulteriori elementi di prova e possibili investigazioni suppletive, nonché evidenziando come, anche nel merito, prima ancora dell’applicazione dell’eventuale esimente del diritto di critica, difettino gli elementi costitutivi del reato di diffamazione, tenuto conto dei concreti contenuti delle frasi incriminate, ritenute oggettivamente non offensive.
    La condotta tenuta dall’assessore Mascaro, pertanto, è stata improntata ad esaltare la propria gestione amministrativa, in polemica con l’operato delle precedenti amministrazioni, senza mai trasmodare in espressioni scorrette o gratuitamente offensive della dignità altrui.
     

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