Condanna politico giudiziaria del Meetup 5 Stelle  Lamezia Terme Amici di Beppe Grillo per il sindaco uscente Mascaro

Il Ministero dell'Iterno però ha avanzato richiesta di incadidabilità solo per il primo cittadino (respinta dal tribunale di Lamezia Terme) ed i consiglieri eletti con l'opposizione Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino (condannati in primo grado).

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    ll Meetup 5 Stelle  Lamezia Terme Amici di Beppe Grillo cavalca la tigre della sospensiva arrivata 24 ore dopo la notifica del ricorso al Consiglio di Stato contro il reintegro dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mascaro per riepilogare le proprie denunce politiche passate, parlando però di «capire l’amarezza del sindaco Mascaro e quella della cittadinanza per il ritorno della stessa triade commissariale il cui operato si è sin qui dimostrato oggettivamente fallimentare, ma non ci piace affatto il nuovo attacco frontale alle istituzioni del primo». 
    Tornano a lamentare l’assenza di dimissioni all’indomani dell’operazione Crisalide da parte del sindaco (i casi Lavagna e Tropea testimoniano come però non sarebbero state elemento sufficiente per evitare il commissariamento), a Mascaro vengono imputate le vicende giudiziarie personali (quella da presidente della Vigor Lamezia, e quelle da primo cittadino per la concessione del PalaSparti per le “Final Eight 2017” di calcio a 5 femminile e la nomina di Emanuele Ionà a componente del cda Sacal all’interno dell’inchiesta Eumenidi).
    Si contesta poi la mancata richieste di dimissioni di Francesco De Sarro da presidente del consiglio comunale (aspetto che sarebbe potuto avvenire tramite sfiducia anche da parte della minoranza, che non ha mai usato tale opportunità) ed il ritorno in Forza Italia nonostante il padre indagato per presunta compravendita di voti, così come le mancate dimissioni da consigliere di Luigi Muraca classe ’68 (lo stesso però risultava fuori da ogni commissione al momento del reintegro del consiglio comunale), indagato per vicende private, e tirato in ballo in un’intercettazione dell’ex parlamentare Galati finita agli atti del procedimento “Quinta bolgia”. 
    Tutti elementi che validi sul piano politico però cozzano su quello giuridico con quanto richiesto dal Ministero dell’Iterno, il quale ha avanzato richiesta di incadidabilità solo per il primo cittadino (respinta dal tribunale di Lamezia Terme) ed i consiglieri eletti con l’opposizione Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino (condannati in primo grado), su cui ora ci dovrà essere un secondo grado di giudizio a Catanzaro se dopo l’11 aprile il Consiglio di Stato confermerà il commissariamento cittadino.
    Invece invece alla prudenza il parlamentare grillino Giuseppe D’Ippolito: «la politica rimanga molto prudente a proposito della sospensiva, da parte del Consiglio di Stato, della sentenza con cui il Tar del Lazio ha annullato lo scioglimento per infiltrazioni del Consiglio comunale di Lamezia Terme. Che vada migliorata la normativa specifica, al fine di salvaguardare l’amministrazione pubblica e la democrazia, è un’esigenza sentita ormai da tempo. Tuttavia, il necessario confronto nelle sedi parlamentari va tenuto separato dalla valutazione di merito che, nella fattispecie, spetta alla sola magistratura e, come ovvio, sulla base delle norme in vigore».
    Premesso ciò, però, D’Ippolito sentenzia che «su Lamezia Terme sono emersi fatti molto gravi, che, di là dall’attesa decisione definitiva del Consiglio di Stato, non possono lasciarci impassibili né ripercuotersi sull’intera comunità locale, sana e desiderosa di autodeterminazione. Tali fatti vanno in ogni caso letti sul piano politico, cercando, sul monito spesso dimenticato di Paolo Borsellino, di isolare e allontanare quei soggetti che non garantiscono affidabilità e imparzialità nell’esercizio dei poteri pubblici».
    g.g.

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