«C’è un intero comparto produttivo, l’agriturismo, che continua a subire solo in Calabria un’ingiustizia: l’imposizione della tassa annuale di concessione»

A denunciare la vicenda che finisce per creare un’ennesima difficoltà agli imprenditori che operano nel settore è Agriturist Calabria, che da anni si batte, assieme a Confagricoltura regionale, per eliminare quella che viene definita una stortura 

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    «C’è un intero comparto produttivo, l’agriturismo, che continua a subire solo in Calabria un’ingiustizia: l’imposizione della tassa annuale di concessione». A denunciare la vicenda che finisce per creare un’ennesima difficoltà agli imprenditori che operano nel settore è Agriturist Calabria, che da anni si batte, assieme a Confagricoltura regionale, per eliminare quella che viene definita «una vera e propria stortura per un settore strategico per la regione. Si parla di strategie per lo sviluppo del turismo e dell’agricoltura calabrese – sottolineano i vertici delle due associazioni di categoria – ma si opera, di fatto, in una direzione diversa».
    Un settore, questo, che conta 560 attività garantendo 2.300 posti letto e 12.300 posti pasto ma soprattutto oltre 3.000 occupati. «L’agriturismo – si evidenzia – è attività agricola e non turistica. Ha una serie di limitazioni ed ha molteplici obiettivi, oltre a quello puramente economico, tra i quali quello di valorizzare il patrimonio rurale in zone agricole svantaggiate, di contenere il tasso di spopolamento rurale, dando occupazione, di sostenere economicamente l’attività agricola, di salvaguardare il paesaggio e l’ambiente. L’agriturismo non può essere equiparato ad un hotel a 2 stelle o ad un semplice ristorante, ne svilisce quei compiti». 
    Una funzione riconosciuta anche da una sentenza del Consiglio di Stato (n.1162 del 19 febbraio 2019) che, ai fini del pagamento della Tassa sui rifiuti (Tari), ha chiarito che l’attività agrituristica non può essere assimilata a quella alberghiera. «Ma nonostante ciò – denunciano le due associazioni – la Regione Calabria continua a pretendere una tassa che per questo è anche illegittima. Non è applicata a tutti gli agriturismi calabresi – sottolineano – ma solo ad alcuni, senza neppure  un criterio chiaro. Così facendo creano uno svantaggio competitivo tra aziende senza reali vantaggi economici per le casse della Regione. Visti gli importi ‘ridicoli’». 
    Da qui la richiesta di eliminare l’ingiustizia. «Siamo costantemente impegnati – afferma il presidente di Agriturist Calabria, Mariangela Costantino – a migliorare le nostre attività, investendo in formazione, ed a promuoverci sui mercati internazionali, partecipando alle maggiori fiere del settore. Impegni che sosteniamo per far conoscere anche i territori. A fronte di questi impegni – aggiunge – ci aspettiamo un riconoscimento dal mercato, ma soprattutto da chi dovrebbe sostenerci. Per questo riteniamo che tassare le nostre attività non è il modo giusto per aiutare il comparto». 
    Sulla stessa linea il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti: «i grandi entusiasmi alla presentazione del piano regionale per lo sviluppo del turismo sostenibile, di qualche giorno fa  fanno ben sperare in una maggiore attenzione nei confronti degli agriturismi calabresi, che arricchiscono l’offerta turistica con un modello di tipo esperienziale. Agricoltura, con il ricco paniere di prodotti tipici tradizionali e certificati – conclude Statti –  e agriturismo con l’immenso patrimonio architettonico storico e valorizzazione del territorio rurale sono elementi imprescindibili per una seria e fattiva politica di valorizzazione turistica della nostra bella regione».

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