«La sua estraneità Mascaro la potrà dimostrare nelle sedi opportune ma questo non lo assolve per i diritti e i doveri di rappresentanza cosi clamorosamente compromessi dai fatti finora emersi»

Giovanni Puccio, responsabile organizzativo PD Calabria, interviene sulla situazione politico amministrativa lametina.

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    Se oggi pomeriggio il Consiglio dei Ministri dovrebbe decidere di prorogare o meno fino a novembre il commissariamento del consiglio comunale di Lamezia Terme, con la sospensiva del Consiglio di Stato in camera di consiglio fissata per giovedì prossimo, oggi Giovanni Puccio, responsabile organizzativo PD Calabria, interviene sulla situazione politico amministrativa lametina.
    «La gravità della situazione che vive la massima istituzione di governo lametina meriterebbe ben altra considerazione e una riflessione approfondita ispirata ad un alto senso di responsabilità istituzionale. Al contrario si promuovono adunate di protesta contro provvedimenti che sono adottati a tutela dei diritti dei cittadini. Non esiste una malvagità discrezionale delle istituzioni, contro cui scagliarsi con proteste e manifestazioni», sostiene Puccio facendo evidentemente riferimento all’incontro tenuto dal sindaco uscente Mascaro in Piazza Mazzini, ritenendo che «lo scioglimento del consiglio è una misura preventiva che ha lo scopo di evitare il rischio che l’infiltrazione raggiunga lo scopo che si prefigge di incrinare l’affidabilità democratica della istituzione e del governo che la esprime per  asservirla a forze extra istituzionali e al crimine organizzato.  Peraltro la cronaca giudiziaria ha più volte messo in evidenza proprio a Lamezia, come il crimine organizzato abbia avuto la forza di infiltrarsi e di produrre gravi degenerazioni nella pratica e nelle decisioni di governo così come nell’uso della forza intimidatrice per obbligare il consenso elettorale nella direzione di rappresentanze facilmente addomesticabili».
    Anche Puccio contesta le mancate dimissioni di Mascaro, che però non avrebbero fermato l’iter della commissione d’accesso e relativo scioglimento del consiglio comunale (che, ad oggi, in primo grado il Tribunale di Lamezia Terme ha imputato come responsabili con l’incandidabilità solo 2 consiglieri comunali eletti con l’opposizione), ammettendo che «tutti conosciamo i limiti di alcune norme dello scioglimento dei consigli comunali. Peraltro il compianto senatore Luigi De Sena aveva avanzato proposte di riforma riprese anche dal Ministro Minniti.  Ma queste proposte non intaccano il sistema repressivo che semmai deve essere ancora più incisivo. La riforma si rende necessaria al fine di prevedere forme di accompagnamento preventivo per evitare che le stesse situazioni possano ripetersi. Un “accesso positivo” potrebbe essere più efficace nello stroncare situazioni di illegalità e potenzialmente criminogene. Nessuno si è mai sognato di criticare Mascaro in ragione del suo diritto di poter  dimostrare la sua personale estraneità. Ma si da il caso che il Sindaco rappresenta anche una maggioranza. Lo stesso ha più volte ribadito che una compagine di 6/700 candidati non è materialmente controllabile. La sua estraneità la potrà dimostrare nelle sedi opportune ma questo non lo assolve per i diritti e i doveri di rappresentanza cosi clamorosamente compromessi dai fatti finora emersi». Anche se, dopo più di 15 mesi, non c’è un atto revocato da dopo lo scioglimento del consiglio comunale in quanto reputato aver favorito la crimalità organizzata.
    g.g.

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