A Trame dito puntato sull’emergenza rifiuti tanto sui cittadini che sugli enti chiamati a gestirne il ciclo

«A vedere la città oggi non è servito a niente», l'amara considerazione finale dei parenti di Tramonte e Cristiano il cui appello di riaprire le indagini è plasticamente presente dall’inizio della manifestazioni in due striscioni

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Si apre nel ricordo di Tramonte e Cristiano, i due netturbini uccisi dalla criminalità organizzata impegnata negli anni 90 nella lotta per accaparrarsi il servizio comunale della nettezza urbana (le indagini non hanno ancora trovato i colpevoli, ma portarono al primo scioglimento del consiglio comunale), il secondo focus di Visioni Civiche nell’ambito di Trame.
    Dopo lo spopolamento del lametino nella sera prima, il tema del secondo servizio è quello dei rifiuti, ciclica emergenza che anche in questi primi giorni del festival è di attualità (al netto dell’opera di “pulizia straordinaria” tra Palazzo Nicotera e Piazzetta San Domenico che il Comune ha intimato proprio per non far brutta figura con gli ospiti del festival letterario, ma meno solerte nel far rispettare poi contratti in essere durante il resto dell’anno) con Riccardo Candurro, Giulia Pia Faraone e Maria Francesca Gentile ad imbracciare microfono e telecamera guidati da Paolo Giura, che per mestiere sulle televisioni lametine e regionali lo fa da molto più tempo, andando a chiedere ed informandosi su quale siano le cause di tali problemi ricorsivi.
    «La telecamera è stata vista come un’arma di malafede, mentre invece è dare voce anche a chi subisce il disservizio come gli operai della Multiservizi», spiega Candurro, e proprio l’attuale amministratore unico della società municipalizzata, Bevivino, rimarca come «l’emergenza è di tutta la Calabria, è un sistema che nel lametino si ferma appena si blocca l’impianto che è stato gestito dalla Daneco negli ultimi anni», ma lo stesso amministratore pubblico sottolinea come la società sia «in concordato preventivo per cercare di risolvere i problemi finanziari».
    Uno degli ex presidenti, Miletta, parla di una società lasciata in ottima salute, ma dopo 3 bilanci in perdita anche lui non era più stato confermato dall’allora amministrazione Speranza, e non meglio per i conti pubblici è stata la fase successiva. Finanziamenti regionali, nuovi piani industriali, cambi ai vertici ma una società che si trovava a dover gestire proprie emergenze ed altre regionali (vedi anche servizio idrico, oltre che ciclo dei rifiuti, o per quota parte il ciclo della depurazione) annaspando.
    Non migliore figura nel servizio la fanno i cittadini lametini: circa il 60% è inadempiente con il versamento della Tari degli anni passati (anche per gestioni passate di competenza, intoppi burocratici e mancate consegne dei bollettini o F24 dei pagamenti, ma il tributo serve proprio per coprire i costi del servizio), la differenziata ancora non è in tutta la città né le premialità che esistono altrove possono essere effettuate. Ma c’è di più, come rimarca lo stesso Giura: «il tema dei rifiuti è di attualità stretta, come la richiesta di verità per l’omicidio di Tramonte e Cristiano. Dal lavoro dei ragazzi emerge come la sensibilizzazione è compito del Comune e Multiservizi, l’impegno dei privati è nel rispettare le norme» citando le immagini dell’impianto Ecosistem che, oltre a gestire parte del riciclo dei rifiuti differenziati, è anche la società in ballo per gestire l’impianto di trattamento rifiuti di San Pietro Lametino.
    Il reporter lametino però reguardisce anche i lametini, lesti tanto nel lamentarsi quanto nel aggirare le norme creando disservizi: «ci sono mole di rifiuti che viaggiano da zone con la differenziata a quelle con raccolta stradale, perché gli utenti reputano più facile gettare tutto insieme, cui si aggiungono ad ogni emergenza rifiuti ingombranti che andrebbero all’isola ecologica ma vengono invece abbandonati accanto ai cassonetti. Una teoria delle finestre rotte perpetua». 
    La Faraone raccoglie ed amplifica l’invito dell’associazione Lamezia Rifiuti Zero (che dopo il Calabria Fest, ha visto replicata l’esperienza degli eco point anche ora a Trame) ad avere maggiore sensibilità nel non scegliere prodotti con imballaggi non necessari,  raccomandazioni già note sul consumo critico che però hanno bisogno di essere seguite anche dall’ente pubblico: anche dotandosi di borracce al seguito in quale fontana si ci andrà a rivolgere? Non quelle pubbliche, vandalizzate, né la casa dell’acqua mai entrata in funzione per rinuncia del servizio da parte della Lamezia Multiservizi.
    Lo stesso Comune sotto l’attuale gestione commissariale ha bloccato il progetto in partnership con Comieco per l’avvio nelle zone servite dalla raccolta porta a porta della differenziata di carta e cartone senza l’uso di contenitori di plastica e con chip dedicato, e si trova anche in ritardo sull’ampliamento della raccolta porta a porta (che da anni, ciclicamente, dovrebbe giungere “entro fine anno” a coprire tutta la città, zone periferiche e collinari escluse).
    Nel mentre ecoballe campane o di provenienza ignota continuano ad essere scaricate e scoperte nell’area industriale lametina, ed a chiudere il prodotto è la dichiarazione che «a vedere la città oggi non è servito a niente», l’amara considerazione finale dei parenti di Tramonte e Cristiano il cui appello di riaprire le indagini è plasticamente presente dall’inizio della manifestazioni in due striscioni appesi in Piazzetta San Domenico, medesimi che hanno fatto la loro comparsa anche nella giornata di commemorazione dell’uccisione dei propri cari.
     

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