In attesa di date indicative per le elezioni, politica lametina più social che pragmatica

Tra post e riorganizzazioni interne ancora non chiari i confini delle strategie in vista delle tornate elettorali

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    di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Ultima domenica di agosto, non ancora fine dell’estate, ed anche per il rimpasto di Governo a livello nazionale si ci torna ad interrogare su quale sia il polso della politica lametina, posto che la crisi a Roma non aiuta a capire quando si tornerà a votare. L’esigenza, in realtà, sembra più interna ai diretti interessati, visto che la cittadinanza si trova per lo più a combattere sia con problemi vecchi che con quelli nuovi dati in dote dalla gestione commissariale (che ad oggi però non ha annullato atti inficiati dalla criminalità, quanto sollecitato un maggiore rigore amministrativo), ma che verosimilmente dovrà risolvere la nuova amministrazione (impianti sportivi e culturali chiusi, opere pubbliche incompiute o non affidate, gestione delle strutture che ne sono attualmente prive, società partecipate, etc).  
    Il trend attuale è quello di “semplificare” appoggiandosi a foto di spazzatura, buche e illuminazione o disagi spendibili sui social, più che analizzare bilanci ed atti amministrativi: esempio è stata la totale assenza di osservazioni sul piano delle opere pubbliche, o il sostanziale silenzio dei più sulla mancata approvazione del bilancio consuntivo che avviene, al pari di quello di previsione, per il secondo anno consecutivo fuori tempo massimo.
    In questi giorni da destra invece qualcuno posta su Bibbiano e immigrati, cercando di cavalcare la tigre populista nazionale che tra elezioni politiche ed europee ha visto Lega e 5 Stelle nelle ultime due tornate elettorali essere in gran voga anche nella città della piana. Ma l’elettorato “mordi e fuggi” non è tale in elezioni regionali ed amministrative, in cui i meccanismi in campo dovrebbero essere diversi, ed il “nuovo che avanza” si è rivelato nel 2015 più fonte di problemi che di un approccio diverso (al netto sempre di una discussione sui motivi dello scioglimento invocata da più fronti ma rimasta solo su carta, con i risvolti giudiziairi a far avanzare altri dubbi, e l’articolo 143 del Tuel che ha visto solo aggiungere qualche rigo nel primo decreto sicurezza, molto distante quindi dal cambiamento promesso a livello nazionale sulla norma che decreta gli scioglimenti).
    In tal senso già da ora cominciano a formarsi, e verosimilmente sarà un aspetto in aumento appena si avranno date certe elettorali, nuovi movimenti ed associazioni, con però un distinguo non secondario: cambiano i nomi, ma non i concetti di base del ragionamento politico ed in molti casi anche gli interpreti.
    Nel centrosinistra il Pd si presenta spaccato, come consuetudine, ma a differenza degli ultimi anni ora ha una figura ufficiale di riferimento nel segretario cittadino. Sirianni dovrà fare i conti con l’eventuale peso dei dissidenti (l’ala capitanata dall’autoproclamatasi Milena Liotta, insieme all’ex deputato Barbanti, in contrasto con la gestione del segretario provinciale Cuda ma che avrebbe voluto una simile organizzazione ristretta da cui è stata esclusa in fase di consultazione), l’appeal del nuovo corso sul resto del centrosinistra (anche alla luce della non idilliaca convivenza durante l’amministrazione Speranza), come si risolverà il futuro amministrativo e politico di Mario Oliverio, quale contraccolpo avrà il passaggio di alcuni ex Pd lametini in Fratelli d’Italia.
    Con un fronte di “ex dissidenti” ha a che fare anche Forza Italia, ma nel centrodestra dopo un inconsueta fase di beghe a mezzo stampa si stanno preparando i prossimi passi con le prime interpartitiche, tenendo anche conto di quanto avverrà a livello regionale: come sul versante politico opposto con Oliverio, anche in questo caso l’endorsement per Occhiuto alla guida dalla Regione non è così più solido come qualche mese fa, e con tutti i distinguo del caso parte del centrodestra era maggioranza nel consiglio comunale sciolto per infiltrazioni a novembre 2017.
    Paradossalmente a questo punto su entrambi i fronti qualcuno potrebbe sperare in una vittoria nell’udienza di settembre al Consiglio di Stato dell’ex sindaco Paolo Mascaro (che sia online che offline non ha mai fatto mistero delle proprie posizioni, ed in più casi ha ancora beneficiato di un rispetto istituzionale da parte dei cittadini come se fosse ancora il primo cittadino in carica), che vorrebbe dire voto nel primo semestre 2020, il che darà tempo di riorganizzarsi, concentrarsi sui mesi dell’amministrazione rientrata in carica (anche se per poco, ma l’elettorato in alcuni ambiti ha memoria da pesce rosso) potendo tornare ad utilizzare gli stilemi messi nel cassetto nell’ultimo anno e mezzo.  
    Infatti dopo i primi mesi di incontri, foto ricordo, comunicati stampa, la terna commissariale ha dimostrato di proseguire per una strada parallela a quella richiesta sulle diverse questioni in atto dai vari fronti politici e civici, tanto locali che di livello superiore (compresi i due parlamentari lametini), i quali hanno poi optato per il silenzio: il placet per la proroga del commissariamento fino al termine di novembre da parte del Governo, insieme alla sospensiva eseguita dal Consiglio di Stato sulla rientrante amministrazione dopo il temporaneo ribaltamento avuto dal Tar del Lazio, sono stati interpretati dai più come un chiaro e preciso segnale su quale fosse l’idea dei vertici istituzionali.
    Se per Alecci «son gli atti amministrativi che parlano», per chi cercherà un posto nelle liste regionali o locali a contare di più al momento son like e condivisioni da trasformare in voti trovandosi però ad essere meno preparati in ambito informatico per quanto riguarda albo pretorio, amministrazione trasparente, ed una gestione del sistema informativo interno a via Perugini che dovrà essere curata da 2 soli dirigenti e meno di 300 dipendenti per almeno ancora un altro anno. Per sbloccare ogni possibilità di assunzioni servirà efficacia, efficienza ed economicità dovendo rispettare un piano di riequilibrio vigente dal 2014.

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