Il regolamento di polizia urbana approvato anche a Lamezia Terme fa discutere la politica cittadina

I titolari delle attività coinvolte nelle restrizioni avrebbero già richiesto un incontro chiarificatore al Comune.

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    A 3 giorni dalla deliberazione della terna commissariale, e 2 dalla pubblicazione (che sarebbe 1 per il consueto black out dell’albo pretorio), il regolamento di polizia urbana approvato anche a Lamezia Terme fa discutere la politica cittadina, ed i titolari delle attività coinvolte nelle restrizioni avrebbero già richiesto un incontro chiarificatore al Comune.

    «Avviare un’attività economica in Italia è difficile, ma ancor di più tenerla in vita. E’ con amara sorpresa che stamani apprendo dai quotidiani locali che è stato approvato, con deliberazione della Commissione Straordinaria, il nuovo Regolamento di Polizia Urbana, che rischia, di dare un duro colpo alle attività commerciali di somministrazione di alimenti e bevande del centro storico di Lamezia, cuore pulsante dell’economia e della movida lametina», lamenta Antonello Stambè, componente direttivo Associazione Viva Lamezia, lamentando la parte relativa agli orari in cui è vietata la vendita di alcolici nell’area attorno Corso Numistrano, «vorrei anche sottolineare la lett. b , che in barba alla direttiva UE 2019/904, che promuove la riduzione dell’incidenza dei prodotti in plastica, vieta l’uso dei contenitori totalmente riciclabili come il vetro, per qualsiasi bevanda, anche della salubre acqua».

    Secondo Stambè «la beffa continua al co. 4 che cito testualmente: “Su tutto il territorio cittadino è vietata l’organizzazione e la sponsorizzazione – tramite qualsiasi mezzo – di tour o percorsi che comportino la frequentazione di locali, birrerie, pub, wine-bar ed esercizi similari, finalizzati esclusivamente al consumo di bevande alcoliche e superalcoliche.” Vorrei ricordare, che la nostra ridente cittadina può vantare delle cantine, famose e rinomate in tutto il mondo, che secondo una lettura estensiva del citato comma, non potrebbero più organizzare percorsi guidati di degustazione all’interno dei loro locali».

    Perplesso anche Rosario Piccioni di Lamezia Bene Comune: «siamo tornati al proibizionismo? Questo viene da chiedersi leggendo il nuovo regolamento di polizia urbana approvato nei giorni scorsi dalla commissione straordinaria, che conferma ancora una volta la linea che ha contraddistinto in questi due anni l’azione di questa terna commissariale, vale a dire l’assenza di interlocuzione con i cittadini e con le realtà vive della nostra comunità».

    L’ex consigliere comunale reputa «doveroso, soprattutto per chi abita in centro e in particolare per gli anziani, tutelare la sicurezza e garantire la tranquillità dei residenti nei giorni di maggiore frequentazione del corso cittadino. Ma possibile che chi ormai da due anni rappresenta lo Stato nel nostro Comune dopo lo scioglimento, anziché attivarsi con la prefettura e il ministero per garantire un maggiore controllo del territorio attraverso l’invio di uomini e mezzi, debba introdurre incomprensibili divieti all’elemosina o limiti agli artisti di strada per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica? Il modus operandi è lo stesso che purtroppo abbiamo visto anche con gli impianti sportivi e le altre strutture pubbliche: si chiude e si lascia chiuso, anziché attivarsi per risolvere il problema. Invece di controllare di più il territorio, si limita il lavoro di giovani imprenditori con contraccolpi negativi per tutta la città».

    Lo stesso Piccioni sottolinea «il dato paradossale per cui, a pochi mesi ormai dalla scadenza del mandato della commissione straordinaria, si è andato ad approvare un nuovo regolamento di polizia urbana, dopo quasi quarant’anni dall’ultimo regolamento, senza la minima interlocuzione con le categorie e gli operatori cittadini più interessati.  Una scelta che potrebbe comportare conseguenze devastanti per le attività imprenditoriali, in particolare per quelle che si trovano sui due corsi del centro cittadino, andando a colpire il lavoro positivo realizzato in questi anni. Il centro cittadino, soprattutto nei fine settimana, è diventato un fermento di eventi e iniziative promossi proprio dai tanti titolari di locali che hanno scelto di credere nella nostra città. Ci appelliamo alla commissione straordinaria perché faccia un passo indietro, apra una discussione con gli operatori della nostra città interessati dal provvedimento e ne recepisca le istanze, almeno per quanto riguarda l’attuazione regolamento».

    Per Dario Rocca dei Giovani Democratici reputa che «è sicuramente doveroso soprattutto dopo alcuni incresciosi eventi accaduti nei mesi scorsi tutelare chi abita nelle zone adiacenti alla movida cittadina e i giovani della città, ma non è sicuramente massacrando i giovani imprenditori che con coraggio e voglia di fare hanno deciso di investire nella nostra comunità che si tutela la cittadinanza. E’ quindi anche doveroso garantire a chi ha investito energie e denaro nel nostro territorio la possibilità di poter svolgere il proprio lavoro liberamente senza creare questi inutili limiti che non faranno altro che far allontanare giovani imprenditori, capitali energie e ragazzi dalla nostra città». 

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