Centrosinistra diviso in 2, Milena Liotta punta il dito nuovamente contro Piccioni e Partito Democratico

«Di comune accordo con Francesco Grandinetti, abbiamo ritenuto non esistessero assolutamente le condizioni minimali di continuare a perseguire l’obiettivo di cercare un candidato unico, nonostante la nostra disponibilità a discutere anche della nostra stessa candidatura»

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    Ad una settimana dalla presentazione delle liste, e con 21 giorni davanti prima delle elezioni del 10 novembre, ancora è vivo il dibattito sulle scelte dei partiti in merito ai candidati a sindaco, ed incidentalmente anche sui programmi nell’ambito più degli auspici che in quello dei file scansionati pubblicati. Nel centrosinistra tiene ancora banco la scelta di non aver avuto un unico candidato a sindaco, con ora 2 liste per ognuno dei 2 pretendenti, e nel botta e risposta tra Pd e Rosaio Piccioni si inserisce anche Milena Liotta, altro componente di quel tavolo che non ha trovato condivisione.
    «La polemica sulla mancata indicazione di un candidato unico del centrosinistra, non tiene conto che, fin dal mese di giugno, ho invitato i partiti, i movimenti ed i probabili candidati a farsi avanti per organizzare le primarie con regole condivise. Nessuno ha risposto», contesta la Liotta, «i ripetuti contatti durati mesi con Piccioni si sono scontrati con il muro invalicabile  della sua candidatura. Nell’ultimo incontro con Piccioni che abbiamo avuto assieme a Francesco Grandinetti l’unica proposta è stata: “datemi due nomi per la lista “. Non programmi, non progetti, non priorità non possibilità di argomentare sulla sua candidatura che appariva essere troppo spostata agli estremi della sinistra se avesse dovuto rappresentare l’intero centrosinistra». 
    Si contesta però anche che «da parte del partito democratico non è stato mai accettato di discutere della mia candidatura né di quella di Francesco Grandinetti. Quando, a pochi giorni dalla scadenza di presentazione delle liste dei candidati, è stato proposto Eugenio Guarascio, sempre con l’intento di un centrosinistra ampio, assieme a Francesco Grandinetti, abbiamo subito espresso apprezzamento e disponibilità. Abbiamo atteso oltre 24 ore per incontrare il candidato a sindaco per dover constatare che la nomina di Guarascio era stata gestita da personaggi esterni a Lamezia, rappresentati in quella sede da Cuda e da Puccio che alle nostre domande su liste e bozze di programma hanno ritenuto di dover e poter rispondere in nome e per conto del candidato sindaco».
    Altro nulla di fatto quindi, poiché «abbiamo ritenuto di non poter avallare non l’indicazione del candidato, ma la modalità della indicazione e la chiara evidenza di una volutamente dimostrata interferenza nella futura amministrazione della nostra Città. Abbiamo interrotto l’incontro e, di comune accordo con Francesco Grandinetti, abbiamo ritenuto non esistessero assolutamente le condizioni minimali di continuare a perseguire l’obiettivo di cercare un candidato unico, nonostante la nostra disponibilità a discutere anche della nostra stessa candidatura». 

     

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