Fuori dal consiglio comunale Silvio Zizza non parla di sconfitta ma di conferma del dato 2015

Sostenendo che «la vera sconfitta è per i lametini per essere arrivati al ballottaggio con chi ha portato la città allo scioglimento e con chi si è presentato con i partiti che di quello scioglimento erano parte integrante».

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    Fuori dal consiglio comunale come nel 2015, dopo però i buoni risultati elettorali di elezioni politiche ed europee, ma per il Movimento 5 Stelle non si tratterebbe di un risultato negativo nonostante l’ultimo posto per voti sia come candidato a sindaco che come singola lista tra i partiti nazionali.

    «Noi abbiamo mantenuto le nostre posizioni del 2015 (4,52% con D’Ippolito candidato a sindaco) sfiorando addirittura il 5% con la mia candidatura che è stata voluta da tutti gli attivisti interni al movimento dopo un confronto serrato senza nomi altisonanti calati dalla società civile per “raccattare consensi” e correndo da soli contro delle vere e proprie corazzate, composte da parenti, amici degli amici, inciuci vari», commenta Silvio Zizza, esprimendo «un ringraziamento doveroso a tutti i cittadini  che ci hanno votato. Avevamo sperato in un risultato più sostanzioso ma che va custodito gelosamente perché da qui bisogna ripartire per essere sempre più presenti sul territorio e sui problemi della città indipendentemente se sei dentro o fuori dall’assise comunale».

    Anche in questo caso l’autocritica è che «nonostante l’impegno massimo messo in campo dai candidati e da tutto il gruppo del movimento, non siamo riusciti a far arrivare il nostro messaggio alla gente. Cercheremo di migliorarci. Anche fuori dal consiglio comunale saremo sempre una spina nel fianco di coloro che stanno dentro al consiglio».

    Sull’analisi personale Zizza si concentra su Sant’Eufemia, ringraziando «le 170 persone che mi hanno votato e anche coloro (tanti) che legittimamente hanno ritenuto non darmi fiducia, ecco, dal mio quartiere mi aspettavo molto di più ma si vede che non sono riuscito a convincerli». Ringraziamenti poi ai parlamentari scesi in campagna elettorale, iniziando dal lametino Pino D’Ippolito, passando per Provenza, il sottosegretario Orrico, l’europarlamentare Ferrara, il deuptato Parentela e la senatrice Granato ed ancora Melicchio.

    «Ci sarebbero innumerevoli puntualizzazioni da fare, come l’impreparazione dei presidenti di seggio, le tantissime schede nulle che andrebbero verificate e meriterebbero un discorso a parte tutti coloro, il 45% circa, un altro partito,  che hanno scelto di restare a casa perché ormai delusi dalla politica cittadina» conclude il grillino, sostenendo che «la vera sconfitta è per i lametini per essere arrivati al ballottaggio con chi ha portato la città allo scioglimento e con chi si è presentato con i partiti che di quello scioglimento erano parte integrante».

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