“In questi giorni difficili, chiediamo al Signore di poter guardare l’umanità come la guarda Lui”

Dal vescovo di Lamezia l’invito accorato alla preghiera per tutti gli ammalati, per le famiglie, per gli operatori sanitari in prima linea nella lotta

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«Non dobbiamo pensare che il coronavirus sia una punizione. Nel cieco nato guarito da Gesù, vediamo tutta la nostra umanità. Vediamo noi stessi in questo momento di sofferenza. Abbiamo bisogno di luce. Preghiamo: Signore, voglio farmi curare da Te, perché possa guardare come Tu vedi la realtà. In questi giorni difficili, chiediamo al Signore di poter guardare l’umanità come la guarda Lui. Con uno sguardo di benevolenza, compassione, con uno sguardo che custodisce e protegge. Custodiamoci e proteggiamoci tutti come fa il Signore con noi». Così il vescovo di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci, che questa mattina al Santuario di Sant’Antonio di Padova ha celebrato la Santa messa domenicale, quarta domenica di quaresima, raggiungendo tutti i fedeli della diocesi lametina attraverso le emittenti televisive e in streaming sul sito della Diocesi.

Commentando l’episodio del Vangelo di Giovanni, la guarigione del cieco nato, il vescovo lametino ha parlato di una cecità «che tocca tutta l’umanità, un’umanità cieca quando ci si lascia accecare dal possesso, dal tornaconto, dal potere. Guardare con gli occhi di Gesù significa guardare con uno sguardo contemplativo, guardare a questa umanità come la guarda Gesù, in profondità. Gesù accoglie gli scartati, quelli che sono cacciati fuori. Gesù non può non mettersi in sintonia con quelli che sono scartati e crocifissi fuori dalle mura della città. Viviamo questo tempo di prova leggendo di più il Vangelo nelle nostre case, ritrovandoci insieme in uno stesso orizzonte. Guardiamo come guarda il Signore: con gli occhi del cuore».

Dal vescovo di Lamezia l’invito accorato alla preghiera per tutti gli ammalati, per le famiglie, per gli operatori sanitari in prima linea nella lotta alla pandemia, e «un ringraziamento particolare a tutti i sacerdoti che stanno facendo di tutto per essere vicini ai fedeli anche in questo momento in cui dobbiamo essere distanti fisicamente».

 

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