Sul caos di Chiaravalle la Santelli chiama anche gli altri alle proprie responsabilità

Pazienti trasferiti a Germaneto sotto la vigilanza dei carabinieri, revoca impostata per la gestione della struttura

Seguendo il trend nazionale, in serata dopo la diretta Facebook del premier Conte, anche la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, interviene dalla propria pagina per fare il punto della situazione a livello regionale sull’emergenza coronavirus.

Oltre alle raccomandazioni a rispettare le misure restrittive imposte dal Governo e dalla Regione, la Santelli però si concentra sulle conseguenze degli ultimi servizi televisivi di reti nazionali giunti in Calabria a manifestare la situazione precaria, e non ultima la vicenda Chiaravalle.

«Nessuno ha mai negato la difficile situazione della sanità in Calabria, sappiamo bene di non poter contare su una sanità reduce da tagli con operatori che non lesinano la propria abnegazione», spiega la presidente della giunta regionale, «il piano di emergenza ha tenuto in conto anche di ciò come dato di partenza».

Si passa poi ai numeri: 8.400 tamponi, 1 ogni 225 abitanti, con obiettivo 1 ogni 100. «Per fare ciò stiamo valutando anche i test di screening veloci per avere numeri maggiori e avere contezza degli asintomatici» spiega la Santelli, anche se a riguardo lo stesso Ministero della Salute e Federfarma erano scettici, «abbiamo chiuso 13 comuni e sto firmando l’ordinanza per un quattordicesimo, focolai con norme ancora più stringenti vigilate dalle forze dell’ordine per il bene degli stessi cittadini».

Si arriva poi alla vicenda di Chiaravalle, «un dispiacere da non dormirci la notte» secondo la Santelli, sebbene tra Regione, Asp e Comuni il dialogo e la concertazione mancati siano stati alla base del problema. Il tutto è iniziato il 25 marzo con il ricovero della prima anziana presso il Pugliese, riscontrando il primo caso di Covid-19 seguito poi da altri 58 positivi e 13 negativi tra ospiti e personale. «I pazienti della rsa sono sempre stati assistiti dagli operatori risultati negativi e affiancati dal 118» assicura la presidente, anche se le cronache del primo cittadino di Chiaravalle raccontavano una situazione di precarietà in tal senso, «i primi 15 pazienti sono stati ricoverati a Catanzaro, mentre per le linee guida avremmo dovuto blindare i pazienti nella struttura. I Nas, chiamati da me, hanno certificato che questo non si poteva più fare, non c’erano le condizioni igienico sanitarie, e nel frattempo abbiamo garantito l’assistenza medica ed i pasti per quanto possibile».

Sul rimpallo avvenuto nei giorni successivi, con l’Asp ad indicare primi ricoveri all’inizio a Soveria Mannelli, e poi a Lamezia Terme, e relativa alzata di scudi dei sindaci (che nel campo non avrebbero competenze, ma si fanno portatori dei timori della popolazione), la Santelli glissa velocemente passando alla fase finale: «abbiamo rotto gli indugi, preso decisione anche per conto di altri con il trasferimento a Germaneto degli anziani e la sospensione, che diverrà poi revoca, dell’autorizzazione della Rsa stessa con divieto di nuovi soggiorni. E’ una misura dura, che deriva dalle condizioni trovate nella struttura, ed anche i trasferimenti dei pazienti sono avvenuti solo dopo l’intervento dei carabinieri per la mancanza di collaborazione. Ognuno dei soggetti coinvolti dovrà prendersi ora le proprie responsabilità».