Italia Viva sottolinea l’inadeguatezza del Giovanni Paolo II all’emergenza Covid-19 ma ne chiede l’accreditamento

Si contesta la creazione di posti di degenza a Catanzaro dopo che si è rifiutato di accogliere i malati di Chiaravalle

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Italia Viva a Lamezia Terme si sorprende che «la quota di fondi destinati alla Calabria dalla Banca d’Italia, per sostenere il contrasto all’emergenza coronavirus, verrà utilizzata per l’allestimento di 75 posti di terapia intensiva nell’ospedale di Catanzaro, con acquisto di materiali e attrezzature per meglio rispondere alle esigenze della struttura sanitaria. Solo il giorno prima che arrivasse questa decisione di potenziare esclusivamente l’ospedale del capoluogo, a Lamezia Terme abbiamo assistito inermi all’impossibilità di accogliere e quindi rifiutare nel nostro nosocomio, il trasferimento di soggetti risultati positivi al Covid-19 provenienti dalla RSA di Chiaravalle».

In realtà contro la sola ipotesi si è alzata una barricata tra politica, Comune ed associazioni, contestando di non essere pronti e ricordando come la Regione avesse previsto il centro regionale Covid-19 nei 3 hub di riferimento, quindi per l’area centrale della Calabria i presidi ospedalieri di Catanzaro.

Oggi invece Italia Viva si chiede se «non era opportuno avere nell’ospedale lametino – che ricordiamo essere punto di riferimento per l’intera costa tirrenica, a cui afferiscono oltre 120 mila persone provenienti da tutto il comprensorio – un forte alleato per la lotta calabrese al Coronavirus?», rispondendosi che «senza sufficienti posti letto in terapia intensiva; senza avere a corredo il fondamentale reparto di malattie infettive; senza disporre delle attrezzature necessarie nonché del personale altamente specializzato che la lotta al virus richiede; senza i Dispositivi di Protezione Individuale (guanti, tute, mascherine) per proteggere i nostri operatori sanitari (a cui ora e sempre andrà la nostra più profonda gratitudine), il nostro “Giovanni Paolo II” non ha potuto adempiere alla funzione per cui era stato con sforzi costruito: curare le persone».

Nonostante ciò si chiede «alla governatrice della Regione Calabria, Jole Santelli, di provvedere ad accreditare COVID l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme», mentre però gli atti ufficiali ed i ricoveri vanno in altro senso, con la stessa Asp di Catanzaro che accetta di dislocare i ricoveri in ospedali non di propria competenza.

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