Lettera aperta al sindaco Mascaro per delucidazioni di competenza dell’Asp sulla gestione del Covid-19 in ospedale

Continua la fitta corrispondenza di comunicati stampa e lettere aperte delle varie sigle civiche che gravitano attorno all'ospedale lametino.

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Continua la fitta corrispondenza di comunicati stampa e lettere aperte delle varie sigle civiche che gravitano attorno all’ospedale lametino. L’ultima missiva firmata da Felice Lentidoro (Cittadinaza Attiva per i diritti del Malato Calabria), Nadia Donato (associazione Senza Nodi) e Salvatore De Biase (presidente consiglio comunale Lamezia Terme della passata amministrazione) è indirizzata al sindaco Paolo Mascaro, figura istituzionale che non ha voce in capitolo nel settore sanitario, ma a cui politicamente ciclicamente si ci appella perché più prossima alla cittadinanza rispetto all’attuale situazione di commissariamenti sia dell’Asp di Catanzaro che del settore regionale.

«Si corre il rischio che nessuno abbia più la voglia di andare in ospedale perché la poca chiarezza degli ultimi giorni può lasciare molte perplessità e davanti alla paura forse in tanti potrebbero pensare di andare altrove» sostengono i firmatari, allungando però la sequela di lamentele nel testo della missiva.

Si parte nuovamente dall’emergenza Covid-19, dopo le barricate contro il solo potenziale arrivo di alcuni anziani dalla Rsa di Chiaravalle e ora il ritorno alla richiesta di essere centro di riferimento per la trattazione dell’emergenza. A Mascaro si chiede se attualmente la Regione ha autorizzato tale designazione, ricordando però allo stesso tempo le notizie di stampa dell’allestimento di zone di screening fino ad ora non attuate per mancanza di attrezzature come nel resto della Calabria. Al primo cittadino vengono così chiesti ragguagli sul tipo di barelle usate, sulla costruzione del percorso, su che Tac o dispositivi individuali di protezione saranno usati, il tipo di vernice e rubinetteria usato nei bagni, sulla scelta di individuare 54 infermieri da altri reparti, su come cambierà il lavoro del pronto soccorso, come sarà sanificato il tutto. Una serie lunga di quesiti di competenza aziendale, ovvero dell’Asp di Catanzaro, ad oggi non proprio prodiga di chiarimenti dal punto di vista della comunicazione.

I firmatari vanno anche oltre chiedendo al primo cittadino di destinare i fondi raccolti per l’ospedale, ma non coordinati dal Comune, per tali evenienze, mentre già diverse raccolte hanno consegnato il materiale acquistato direttamente nelle mani dei medici con tanto di comunicati stampa a certificarlo.

«Potrebbe essere necessario andare in ospedale per un incidente, un infarto, un ictus, uno shock anafilattico, un trauma grave, tutto che necessitano di disponibilità di personale, di attrezzature per la diagnostica, di sicurezza e tranquillità nella cura», sostengono i firmatari, anche se alcuni di questi casi andrebbero direttamente all’hub di Catanzaro.

 

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