Da gennaio a marzo sono stati 189.224 gli avviamenti al lavoro gestiti dal centro per l’impiego di Lamezia Terme

In Calabria perse 20.734 nuove assunzioni, e tra i settori più penalizzati nel primo trimestre 2020 ricadono agricoltura e turismo.

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«L’emergenza sanitaria attuale, ha un effetto negativo sul mercato del lavoro in Calabria». Inizia senza grossi giri di parole il secondo numero della rubrica tenuta dalla Regione Calabria “i dati della crisi”, la quale analizza le dinamiche di flusso dei lavoratori avviati e cessati in Calabria, evidenziando le prime risultanze sul trimestre 2020, con i primi effetti della crisi occupazionale, nello scenario ante ammortizzatori sociali in deroga.

Da gennaio a marzo sono stati 189.224 gli avviamenti al lavoro gestiti dal centro per l’impiego di Lamezia Terme: 83.479 donne e 71.597 uomini per un totale di 155.076 persone a tempo determinato, 13.886 donne e 20.262 uomini per un totale di 34.148 persone a tempo indeterminato.

A livello regionale il report rimarca che la differenza tra avviamenti e cessazioni registrava una lenta ripresa nel 2019, e rispetto agli avviamenti negli anni 2010-2020, su base mensile, il dato di gennaio 2020 era il più alto del decennio. Con l’arrivo del Covid-19 però l’inversione: nei mesi di febbraio e marzo si è riscontrata un’inversione al ribasso, con una contrazione di avviamenti pari a -20.734 nuove assunzioni, e tra i settori più penalizzati nel primo trimestre 2020 ricadono agricoltura e turismo.

A partire dal 6 aprile, avvio della presentazione delle domande di accesso alla Cassa integrazione in deroga, sono pervenute circa 14.000 domande da parte di datori di lavoro. Al 16 aprile sono state istruite e decretate 1.841 aziende per complessivi 5.145 lavoratori, in termini di ore autorizzate sono oltre 1.160.000 per un impegno finanziario complessivo pari ad 9.396.571,46 euro.

La Provincia con il maggior numero di aziende autorizzate è Cosenza (36,10%), seguita da Reggio Calabria (31,45 %).

La media dei lavoratori in Cassa integrazione per azienda è 2,80 persone, mentre l’importo medio della CIG in deroga a lavoratore è di 1.826 euro. Al momento i settori che hanno maggiormente fatto ricorso alla CIG in deroga sono la ristorazione, bar, commercio.

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