Eugenio Guarascio si appella al sindaco per intervenire sull’azienda unica sanitaria di Catanzaro approvata dal consiglio regionale

Trova ancora dissenso l'approvazione di quanto previsto già da marzo 2019

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L’approvazione in consiglio regionale di quanto previsto da marzo 2019 in merito all’azienda unica sanitaria di Catanzaro, unendo Mater Domini e Pugliese Ciaccio, trova il riscontro negativo anche di Eugenio Guarascio.

L’ex candidato a sindaco di parte del centrosinistra, oggi consigliere comunale, lamenta che «una norma così importante e destinata a istituire la più grande azienda ospedaliera della Calabria sia precipitata nei lavori del Consiglio regionale senza alcun dibattito preliminare nella commissione consiliare competente e tra le forze politiche che compongono la massima assemblea calabrese. Un colpo di mano – potremmo definirirlo – che evidentemente risponde più a esigenze di parte che non a un reale soddisfacimento dei bisogni collettivi».

Come già previsto dalla legge regionale approvata a marzo 2019 non rientra nell’accordo l’ospedale di Lamezia Terme, che continua a far parte dell’Asp di Catanzaro, e Guarascio reputa che «la sanità lametina meriti altri e alti interlocutori e una più complessiva politica di investimenti e valorizzazione. La realtà, invece, ci consegna un quadro opposto e di crescente marginalizzazione: abbiamo appreso che il centro regionale Covid dovrebbe sorgere nel capoluogo di regione, l’azienda unica include solo gli ospedali di Catanzaro».

Il tutto senza mai citare l’Asp di Catanzaro, o la terna commissariale che attualmente la governa, ma chiamando in causa il sindaco «a farsi interprete e portavoce di un disagio diffuso e mortificante delle tante competenze, professionalità ed eccellenze che pure esprime la città. E cito solo il centro di Neurogenetica della scienziata Amalia Bruni per fare un esempio», ma citando proprio una realtà che da febbraio è passata sotto la gestione del Mater Domini, e che dopo andrà sotto l’ INRCA-IRCCS di Ancona/Cosenza.

Al sindaco, che non ha alcun potere in merito di sanità (competenza regionale, attualmente commissariata) viene chiesta «un’iniziativa forte, finalizzata a restituire il giusto protagonismo alla città, che punti a recuperare spazi e centralità al nostro territorio e alla nostra sanità. Si attivi affinché i protocolli di attuazione alla legge regionale sull’azienda unica riconoscano ruoli e specifiche attitudini al nostro ospedale. Scegliere il silenzio – così come sta accadendo in queste ore – potrebbe compromettere per sempre e in modo colpevole il futuro di una comunità e un diritto primario quale quello alla salute e all’assistenza sanitaria».

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