Piccioni dissente sul mancato accorpamento dell’ospedale lametino nell’azienda unica catanzarese, come previsto dall’anno scorso

Il consiglio regionale ha approvato la nuova azienda rifacendosi alla legge regionale del marzo 2019.

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Nonostante fosse chiaro e definito già dalla precedente legislatura regionale a livello politico, e previsto anche dallo stesso commissario al piano di rientro Cotticelli già dallo scorso anno, la nascita dell’azienda unica sanitaria a Catanzaro senza la presenza dell’ospedale di Lamezia Terme trova il dissenso del consigliere comunale di Lamezia Benecomune Rosario Piccioni.

La ratifica della proposta di legge che prevede l’integrazione tra Il “Pugliese – Ciaccio” e il “Materdomini”, nata durante la precedente amministrazione regionale, secondo Piccioni è avvenuta «senza che il punto in questione fosse all’ordine del giorno del consiglio e senza che la legge venisse discussa e approvata dalla commissione consiliare competente per materia», anche se la stessa è presente all’ordine del giorno in “Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 19/2002, 14/2014, 9/2018, 13/2019, 32/1996, 43/2016, 24/2013 e 6/2019” rifacendosi alla legge regionale del marzo 2019.

Piccioni si chiede «chi sta tutelando in Regione la posizione e gli interessi di Lamezia? Vorremmo conoscere la posizione dei rappresentanti lametini in merito all’approvazione della legge. Cosa dicono il consigliere regionale della Lega, il candidato consigliere più votato a Lamezia, e soprattutto l’assessore regionale Talarico? E il Sindaco di Lamezia?», anche se ognuno ha competenze e ruoli istituzionali diversi, poiché dei 3 citati solo Raso poteva avere potere di voto sulla pratica, mentre per Talarico c’è stato un parere formale, e dai resoconti sommari della seduta non appaiono riferimenti a Lamezia.

Si lamenta che «su un tema vitale come quello della sanità, non è ammissibile che il presidente del consiglio regionale faccia le sue operazioni mirando esclusivamente ai propri tornaconti. Basta giochi di vecchia politica, basta manovre di una certa politica catanzarese sulla salute dei cittadini calabresi». Nel mentre l’Asp di Catanzaro, cui l’ospedale di Lamezia Terme fa parte, è guidata da una terna commissariale dopo lo scioglimento arrivato per un’inchiesta che ha riguardato proprio il Giovanni Paolo II.

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