Tra Governo, Regione e Comuni c’è anche chi auspica riaperture per tutti più celeri con dpi indossati

La Lega lametina fa un ragionamento politico, dai parrucchieri si vota il pragmatismo

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Mentre il Governo reputa illegittima l’ordinanza di ieri sera della presidente della Regione, con molti sindaci anche del lametino ad aver posticipato l’entrata in vigore della stessa per farla coincidere con la fase 2 nazionale, c’è chi sposa gli intenti dell’atto che sta generando dissensi politici ed istituzionali, e chi invece auspica ulteriori aperture più celeri.

La segreteria della Lega a Lamezia Terme sposa la scelta della presidente Santelli, reputando che «occorrono delle misure mirate a livello locale per consentire la riapertura in sicurezza delle attività. Per intenderci sarebbe un danno attendere che la curva di contagio nazionale cali quando nella nostra regione è già in netto calo da giorni ormai. Le famiglie e le imprese si trovano in seria difficoltà economica e ad oggi vediamo slittare alcune misure a sostegno le quali sono ancora molto lontane dall’essere erogate. Non dobbiamo credere che la situazione epidemiologica passi dall’oggi al domani ma da come sentiamo, ormai come un mantra, dobbiamo imparare a conviverci col virus anche per parecchi mesi e nello stesso tempo limitare i danni economici e sociali, già perché oltre che al danno economico dobbiamo pensare alla tenuta del tessuto sociale. Occorre quindi avere il coraggio di fare il primo passo verso la riapertura il prima possibile prevedendo le misure necessarie per consentire la ripresa delle attività commerciali e produttive adottando con l’obbligo dei DPI come mascherine, guanti, misurazione della temperatura, ingressi contingentati ed estensioni dell’orario di lavoro per ridurre la possibilità che si creino assembramenti». Tutti concordi quindi sulle misure, non tornano però i conti sui tempi.

Sul piano politico la Lega invita il sindaco Mascaro «ad accogliere la disponibilità più volte palesata dal Deputato Furgiuele e dal Consigliere Regionale Raso istituzionalizzando dei tavoli di confronto per tematiche soprattutto sulla questione sanità, coinvolgendo i presidenti delle commissioni tematiche dell’Assise Comunale». Lo si fa però dopo che è passata in consiglio regionale l’approvazione dell’azienda unica sanitaria di Catanzaro senza l’ospedale di Lamezia Terme, seduta in cui dai resoconti pubblicati lo stesso consigliere regionale Raso non ha opposto dissenso, e sulla sanità la competenza non è comunale ma regionale, anche se da anni il settore è commissariato.

Tra chi vorrebbe riaprire invece in tempi brevi, ma non è stato incluso né nel decreto nazionale per quanto riguarda la fase 2 dal 4 maggio, né in quelle regionale che sarebbe stato attivo da oggi, ci sono i parrucchieri. Tra loro il lametino Domenico Buonconsiglio ha scritto alla presidente Santelli sottolineando che «il nostro è un settore che già da anni adotta protocolli per l’igiene: utilizziamo sterilizzatori, guanti in lattice monouso, disinfettanti e misure di sicurezza per garantire ai nostri clienti un servizio nel pieno rispetto delle norme, ma 3 mesi di chiusura non sono sopportabili. Lo slittamento dell’apertura delle nostre attività è intollerabile. Siamo stati i primi a chiudere e saremo gli ultimi a riaprire e non c’è un motivo ben preciso, visto che la nostra categoria, delle misure di igiene e sicurezza ne ha fatto la propria filosofia di lavoro, perché quando si ha a che fare con tante persone e con servizi particolari, certe attenzioni bisogna adottarle». Il problema sarebbe in realtà il garantire le distanze sociali, perché tra operatore e cliente difficilmente si può rispettare un metro di distanza.

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