I Democratici Riformisti scrivono al ministro Speranza per chiedere un cambio di passo nella gestione sanitaria

Una riorganizzazione del sistema calabrese che riguardi sia l'attuale fase nella lotta contro il Covid-19 che il dopo.

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    Riepilogando i dati non migliorativi dell’offerta sanitaria sotto la gestione commissariale, nella nota inviata dai Democratici Riformisti Mario Franchino, Enzo Reda ed Italo Reale si chiede al ministro della salute, Roberto Speranza, una riorganizzazione del sistema calabrese che riguardi sia l’attuale fase nella lotta contro il Covid-19 che il dopo.

    La prima richiesta è che «venga previsto un intenso programma di sorveglianza che sia in grado di individuare l’insorgenza di possibili focolai, delimitando le aree ed i gruppi sociali (e familiari) contagiati, effettuando i tamponi necessari, che andranno fatti, a maggior ragione in maniera capillare, a tutti coloro che svolgono attività professionali particolarmente esposte al rischio dell’infezione nonché agli ospiti di tutte le strutture socio-assistenziali ed al loro personale dipendente che abbiamo imparato essere luoghi in cui sono esplose vere e proprie bombe pandemiche».

    Secondo richiesta è «il potenziamento della prima linea della medicina, cioè la medicina territoriale, sia come medicina di base che come specialistica ambulatoriale, senza sottacere l’importanza che, in una regione come la nostra, assumono i medici di continuità assistenziale dotandoli, per quanto possibile, di un minimo di attrezzature afferenti la telemedicina, dimostrando e fornendo un importante e chiaro segnale alla popolazione residente nelle zone più disagiate. Ciò anche al fine di garantire e potenziare la necessaria fitta rete di interconnessioni tra ospedale e territorio. Ancora, in un’ottica di efficientamento delle strutture, non si può sottacere, l’importanza e la non più differibile esigenza di rafforzare il personale ospedaliero per dare respiro all’esistente e ciò soprattutto per provare a fornire risposte efficaci ed esaustive alla pressante e giusta domanda complessiva di sanità, in una regione in difficoltà, molto più che altre, come la nostra. Rivedere la dotazione delle unità operative specialistiche negli ospedali (come ad es. malattie infettive, pneumologia con terapia sub intensiva, gastroenterologia, neurologia con stroke unit, UTIC) può diventare non solo un sicuro ed efficace baluardo in questo particolare frangente ma può costituire la base per un futuro sanitario capace ed adeguato. Crediamo e pretendiamo, come calabresi, anche perché contribuiamo con oltre 100 milioni di euro/anno di IRPEF e di IRAP, che, visti gli insuccessi della linea finora seguita, sia il momento di una profonda e coraggiosa svolta che abbia come mandato centrale una “Riforma Organizzativa e Culturale” del Servizio Sanitario Regionale che valorizzi la Medicina Distrettuale, la Telemedicina, l’Assistenza da stazione remota, la Prevenzione con una nuova Rete Ospedaliera che si concentri sulla media e alta specialità».

    Infine «un ruolo centrale alla “Medicina Territoriale”, un cambio di passo nel settore strategico dell’Edilizia Sanitaria e una nuova visione volta a valorizzare appositi spazi di partecipazione democratica in cui i cittadini calabresi possano partecipare alla programmazione della tutela della salute, come del resto le vigenti norme assicurano a proposito della verifica annuale degli obiettivi assegnati al Commissario Governativo e ai Management Aziendali».

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