“Per far ripartire ed utilizzare i macchinari di microbiologia occorrerebbero i tecnici ed i reattivi”

Giancarlo Nicotera, presidente della Terza Commissione Consiliare Sanità di Lamezia Terme, perora la causa

Più informazioni su

A 2 mesi dal piano regionale approvato per affrontare l’emergenza Covid-19, con anche il benestare dell’Asp di Catanzaro da cui l’ospedale lametino dipende per le scelte gestionali, Giancarlo Nicotera, presidente della Terza Commissione Consiliare Sanità di Lamezia Terme, torna a chiedere al Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, e dell’assessore regionale Gianluca Gallo, la riapertura di reparti del “Giovanni Paolo II”, aspetto che riguarderebbe la terna commissariale che guida l’azienda sanitaria provinciale ed il commissario al piano di rientro Cotticelli. Perché l’emergenza coronavirus non ha sanato i conti pubblici calabresi, e le regole rimangono immutate per quanto riguarda blocco di assunzioni, tagli ed altri aspetti economici.

«Presso il nosocomio di Lamezia Terme, nel reparto di microbiologia, oggi chiuso, esistono macchinari costosi e di cospicuo valore, disponibili ma non utilizzati a pieno regime e per come potrebbero e dovrebbero», sostiene Nicotera ricordando le prese di posizione già avanzate da altri consiglieri e comitati ma non da addetti ai lavori, e valutando che siano «3 strumentazioni che potrebbero fornire risposte per almeno 100 tamponi al giorno». Unico ostacolo, ma principale, è che «per far ripartire ed utilizzare tutto ciò, in attesa di una completa rivalorizzazione di tutto il Complesso Ospedaliero lametino, occorrerebbero i tecnici ed i reattivi». E di assunzioni previste in tal senso non c’è traccia nel piano del fabbisogno dell’Asp di Catanzaro, così come la carenza di reagenti è un problema a tutti gli stati del mondo.

Il presidente della commissione rimarca che «a Lamezia esiste il Laboratorio di Patologia clinica che quest’anno ha lavorato 1 milione di esami di routine e oltre 300.000 in urgenza», non citando però come il centro trasfusionale sia uno tra quelli scelti a livello regionale come riferimento per la donazione del plasma dei guariti nell’ambito della sperimentazione attiva a livello nazionale.

Si torna così a chiedere l’apertura di reparti chiusi perché non previsti negli spoke: «riaprire microbiologia subito, nonché malattie infettive (anch’esso un reparto già utilizzabile, ma chiuso) potrebbe essere di una utilità fondamentale per tutta la Calabria sia oggi in tema di pandemia, sia in futuro, in un’ottica lungimirante. Tutto ciò affinché gli importanti sforzi che stanno mettendo in atto la Regione ed i Calabresi possano essere sempre più proficui a tutela della Sanità e della salute pubblica».

Più informazioni su