I consiglieri di centrodestra non convinti degli effetti dei buoni spesa, chiesta una modifica per allargare la platea di beneficiari

Criteri ritenuti troppi stringenti quelli lametini secondo l'opposizione

Ad un mese esatto dalla pubblicazione dell’avviso per la concessione dei buoni spesa non ne condividono la gestione in una nota congiunta i consiglieri comunali di centrodestra Mimmo Gianturco, Ruggero Pegna, Pietro Gallo, Matteo Folino e Antonio Mastroianni.

Si contestano i parametri e requisiti di accesso ritenuti «troppo stringenti, tagliando fuori, di fatto, moltissime famiglie in difficoltà», e nello specifico «il requisito di disponibilità, al momento della domanda, di risparmi immediatamente liquidabili inferiori a 2.000 euro, mentre in altri comuni la stessa soglia è stata quantificata in 7.000, così come l’inserimento nel calcolo reddituale anche delle varie indennità sociali per disabilità o dell’incompatibilità con la richiesta del bonus dei 600 euro e della cassa integrazione che, peraltro, tantissime famiglie devono ancora percepire».

Si lamenta anche l’uso della piattaforma online per presentare domanda, «mentre altri comuni, invece, hanno utilizzato i classici canali mail e di posta elettronica certificata», anche se tutto viene presentato come «una farraginosa burocrazia e, infatti, è già trascorso un mese e moltissime famiglie sono ancora in attesa di ricevere tali buoni spesa e risolvere gravi problemi di fabbisogni primari».

Non convince neanche la scelta della giunta con la delibera numero 129 del 20 aprile «con la quale si è deciso che le eventuali somme eccedenti e, quindi, non erogate dal fondo per i buoni spesa, siano da suddividere fra coloro i quali hanno già usufruito del contributo economico. Crediamo necessario che si faccia chiarezza su quanti soldi sono rimasti e, quindi, siano ancora erogabili».

Ieri lo stesso sindaco Mascaro spiegava online che fino a giovedì sera erano state liquidate 460 domande, con molte delle 1530 domande residue incomplete o incompatibili dal punto di vista reddituale essendo sostegno alimentare per chi era rimasto privo di reddito e non economico, ed anche l’ordinanza della protezione civile nazionale specifica che «l’Ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individua la platea dei beneficiari ed il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico».

Il centrodestra chiede però ora di modificare la delibera del 20 aprile «predisponendo un nuovo bando con requisiti differenti, per dare la possibilità di usufruire di tali buoni ad altri cittadini in difficoltà economica».