“Le amministrazioni locali dovrebbero pretendere il controllo continuo (finalità e sicurezza) di tutti gli impianti presenti sul loro territorio”

Il Partito della Rifondazione Comunista lametino, tramite il Circolo Adelchi Argada, interviene sul tema discariche

Il Partito della Rifondazione Comunista lametino, tramite il Circolo Adelchi Argada, condanna «la storia di una regione che non si è mai data seriamente l’obiettivo, così come previsto dalle direttive europee, di chiudere con i grandi impianti e con le discariche in particolare. Sarà la storia della discarica che si vuole costruire a Lamezia, la terza vasca, e dell’impianto con discarica di Pianopoli per il quale è stata chiesta l’autorizzazione alla regione, dopo il via libera del Comune, dalla società Med Sea Litter srl di Roma. Un impianto con discarica, quello previsto a Pianopoli, di 990 mila mc per una durata di 25 anni e con il trattamento sicuramente di rifiuti provenienti da fuori ambito».

Si ci schiera quindi contro quanto previsto già nell’ordinanza di settembre 2019, lamentando che «la Calabria continua ad esser lontana dagli obiettivi di raccolta differenziata e dall’autosufficienza per il ciclo dei rifiuti degli Ambiti Territoriali Ottimali. Un fallimento che il lametino, nonostante alcune pratiche virtuose rispetto al resto della regione, paga direttamente. Accanto ai tanti impianti già autorizzati sul suo territorio sono dunque previste altre due discariche e ciò non farà che far esplodere i problemi derivanti dalla movimentazione della enorme massa di rifiuti (costi, impatti ambientali, viabilità), determinando la discriminazione del territorio costretto a subire le inadempienze nelle politiche del ciclo dei rifiuti».

Si reputa che «una politica responsabile dovrebbe considerare attentamente il fatto che sul nostro territorio vi è già una notevole presenza di impiantii – per lo smaltimento, stoccaggio e trattamento di rifiuti, da quelli speciali agli RSU (Rifiuti Solidi Urbani) – con tutte le implicazioni che questo comporta in termini di movimentazione, di rischi legati alla tipologia degli impianti e di controlli. Aspetto, quest’ultimo, molto trascurato e sottovalutato dalle amministrazioni locali che dovrebbero invece pretendere il controllo continuo (finalità e sicurezza) di tutti gli impianti presenti sul loro territorio».