“Domandiamo l’intercessione di Sant’Antonio di Padova, patrono dei poveri e dei sofferenti, nel nostro cammino”

Lontano da Lamezia Terme per problemi di salute, il vescovo Giuseppe Schillaci non ha voluto far mancare un messaggio in vista dei festeggiamenti

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Lontano da Lamezia Terme per problemi di salute, il vescovo Giuseppe Schillaci non ha voluto far mancare un messaggio in vista dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, che troveranno il culmine in questo fine settimana.

La lettera, pubblicata sul sito della diocesi, spiega che «colgo l’occasione della festa di Sant’Antonio per condividere con voi questi pensieri dal letto dell’ospedale Gemelli di Roma nel reparto di riabilitazione. Tra un esame e l’altro, tra una medicazione e l’altra e tra un esercizio riabilitativo e l’altro, dalla finestra della mia stanza ormai da diversi giorni contemplo la bellissima cupola di San Pietro. Questo segno straordinario e unico a noi indica il centro e il cuore della nostra fede: Gesù Cristo! Papa Francesco ce lo ricorda in molti modi. La sua Persona ci dice questo! Il ricordo più vero non è quello che si ripiega nostalgicamente nel passato. Un passato che non c’è più. “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente”. (Mt 16, 16) “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (6, 68). Alla luce di questa fede, la nostra, lasciamoci interpellare noi per primi, come singoli, ma anche come comunità nella nostra Chiesa Lametina».

Schillaci sottolinea che «in ciascuno e in tutti auspichiamo cresca sempre di più la consapevolezza che è proprio vero che l’annuncio della Buona notizia è sempre lo stesso, ed è il nostro programma di vita; è il Vangelo di sempre dal quale non si può prescindere, dal quale non possiamo non lasciarci raggiungere nella nostra vita concreta ed inquietare nella verità, con grande larghezza d’animo senza chiusure di nessun tipo. Come si fa a dire questa Parola non è per me, non mi riguarda; come si fa a dire Gesù non è per me oggi, in questo momento che sono triste, che sono angosciato, amareggiato, sofferente, in ospedale…che sono nella gioia, nel benessere e nel vigore fisici. Ma è proprio in questi vissuti che siamo chiamati ad incarnare la bella notizia del Vangelo per non ridurla ad un pensiero astratto e alienante».

Il vescovo cita così anche lo stesso Sant’Antonio di Padova, “Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere”, invitando a prendere «spunto dal nostro Santo per ritrovare rinnovato entusiasmo in questo tempo del coronavirus, mettiamoci in un sano atteggiamento di discernimento per percorrere vie nuove nell’evangelizzazione. Non lasciamoci tutti ingabbiare nel si è sempre fatto così! (Cfr Evangelici Gaudium n. 33). Cogliamo questo momento favorevole, per liberare energie, fantasia, creatività per essere veramente tutti discepoli missionari. Non ci scoraggiamo! Usciamo con fiducia da noi stessi, abbandoniamo stili di vita che rifiutano accoglienza, rispetto umano, discrezione, pudore; privilegiamo la bellezza dei rapporti umani sereni ed equilibrati nei confronti di tutti senza escludere nessuno. Mostriamo di credere nell’essere umano di ogni razza o nazionalità. Facciano in modo che questo privilegio passi dal servizio mite, umile, concreto nei confronti dei più poveri».

L’appello alla comunità si concentra sull’impegno: «tutti noi presbiteri e laici della nostra chiesa impegniamoci. Invochiamo il dono e la forza dello Spirito Santo per non smarrire mai la strada. Non dimentichiamoci di loro, i più piccoli, i più fragili, i più poveri dei poveri, perché sappiamo bene che la credibilità dell’annuncio e della testimonianza della nostra fede passa da loro. Domandiamo l’intercessione di Sant’Antonio di Padova, patrono dei poveri e dei sofferenti, nel nostro cammino di discepoli del Signore e trasmettere con la nostra vita più gioia, più speranza, più umanità. Il Signore benedica e custodisca tutti voi nel amore grande e generoso. Chiedo a tutti una preghiera per me e vi ringrazio di vero cuore».

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