“In Calabria non siamo all’anno zero sul fronte della differenziata, ma si può e si deve fare di più”

Incontro online del consigliere Piccioni con inviti all'uso del compostaggio, ambito già previsto nel Pte comunale per alcune utenze domestiche

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Uscire dalla logica dell’emergenza e delle ordinanze, coinvolgere professionalità e competenze del mondo dell’associazionismo ambientale per far diventare anche la Calabria una regione virtuosa sul fronte della gestione dei rifiuti. E’ il messaggio che vieni fuori dal webinar organizzato dal consigliere comunale di “Lamezia bene comune” Rosario Piccioni.

In apertura dell’incontro sul web, Piccioni ha parlato dell’ultima ordinanza della Santelli, che per Lamezia prevede la realizzazione di una terza vasca in località Stretto da 600.00 metri cubi, come di «un fulmine a ciel sereno. Dire no alla terza vasca non è una posizione campanilistica o ideologica, ma scaturisce da una constatazione: con le stesse risorse necessarie per realizzare la terza vasca, si possono implementare nuove misure nell’ottica “rifiuti zero”, dall’incremento della differenziata al riciclo e al compostaggio. Le parole dell’assessore regionale all’ambiente De Caprio, che a proposito delle discariche in Calabria ha parlato di un “sistema criminale”, vanno in una direzione opposta e ci fanno sperare che si possa rivedere questa decisione. Paradossale anche la posizione favorevole alla terza vasca del sindaco Mascaro quando, proprio nella prima amministrazione Mascaro, il Comune di Lamezia ha aderito con apposita delibera alla strategia “Rifiuti zero”, principio ribadito nelle linee programmatiche che il consiglio comunale ha approvato a febbraio».

In realtà l’ordinanza della Santelli ripercorre quelle precedenti di Oliverio, con ultima quella di settembre in cui le attuali misure erano già previste, compresa la terza vasca con “candidatura” arrivata durante la gestione commissariale.

Ha parlato dell’economia circolare come una strategia “vitale” per l’Europa, in un contesto di carenza di risorse e materie prime, Enzo Favoino, coordinatore scientifico “Zero Waste Europe”, per il quale «in Calabria c’è stata un’importante azione di contenimento della produzione complessiva dei rifiuti, ma la percentuale di raccolta differenziata, intorno al 45%, è sotto la media nazionale. Il compostaggio è una direzione fondamentale da seguire per l’evoluzione della gestione dei rifiuti in questa regione nei prossimi anni. In Calabria ci sono impianti di trattamento meccanico-biologico, alcuni dei quali anche all’avanguardia, che possono essere convertiti facilmente in impianti di compostaggio, così come bisogna andare avanti sul fronte del compostaggio di prossimità e di comunità, coinvolgendo il mondo dell’agricoltura. In Calabria non siamo all’anno zero sul fronte della differenziata, ma si può e si deve fare di più, riducendo la quantità di rifiuto residuo per abitante che attualmente si attesta attorno ai 220-230 kg all’anno».

Sull’esperienza realizzata in Sardegna, regione attualmente amministrata da una giunta di centrodestra, Maria Rosa Manca, referente per la Sardegna di Zero Waste Italia, ha indicato «nel compostaggio la strada che la Calabria deve intraprendere sul fronte della gestione dei rifiuti. In Sardegna oggi in ogni provincia abbiamo più impianti per il trattamento del rifiuto organico, che ci hanno consentito di produrre compost di qualità. E’ stato adottato inoltre un sistema di premialità e penalità per i Comuni: i Comuni che raggiungono determinati percentuali di differenziata hanno degli sconti sulla tariffa di conferimento del rifiuto residuo mentre i Comuni meno virtuosi hanno delle penalità», aspetto che è previsto anche nel piano regionale varato dalla precedente amministrazione regionale calabrese.

Dal compostaggio che «ogni cittadino può fare anche sul proprio balcone» a una spesa quotidiana oculata «per ridurre gli sprechi e la plastica», per Carlo Lusi, presidente dell’associazione italiana compostaggio, «bisogna coinvolgere i cittadini in questo processo, far capire che ciò che fino a pochi minuti prima era nel nostro piatto non può essere trattato come un “rifiuto pericoloso” pochi minuti dopo. Ben vengano tutte le azioni che possono sostenere il compostaggio: dal compostaggio di prossimità e di comunità alla conversione degli impianti TMB in impianti per il compostaggio aerobico. Ma soprattutto serve rafforzare il senso di responsabilità dei cittadini e lo spirito di comunità».

Da Pasquale Allegro, referente per la Calabria di Zero Waste Italia, l’invito al Comune di Lamezia «a capitalizzare la collaborazione con una realtà come Rifiuti Zero alla quale ogni giorno sempre più cittadini, anche attraverso i social, si rivolgono per avere informazioni. Vogliamo proseguire la nostra attività di supporto a Lamezia e chiediamo maggiori spazi di confronto, soprattutto su questioni che toccano così da vicino il territorio e la vita dei cittadini».

Per Italo Reale del PD «più che la terza vasca, la questione importante è capire cosa andrà a finire nella discarica di Lamezia, cosa farà la Regione per implementare la raccolta differenziata, cosa siamo in grado di mettere in campo con le nostre università per arrivare al massimo di riciclaggio possibile».

Intanto in consiglio comunale, insieme al bilancio, da qui ad un mese arriverà anche il piano tecnico economico collegato alla Tari in ambito rifiuti, il quale prevederebbe l’ampliamento della raccolta differenziata a Lamezia Terme anche nelle zone di San Pietro Lametino, Fronti e Zangarona, mentre nelle aree periferiche (frazioni e zone pedemontane, con 4.767 utenze domestiche corrispondenti a 12.724 abitanti e 150 utenze non domestiche) la raccolta differenziata dei rifiuti sarà ancora di tipo stradale con cassonetti diversificati per le varie frazioni, e sarà incentivato l’autoriciclaggio della frazione umida mediante la dotazione di compostiere alle utenze per diffondere la pratica del compostaggio domestico.

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