In vista del consiglio comunale del 23 luglio Ruggero Pegna ribadisce la propria posizione in merito alle presunta incompatibilità

Nella querelle interna all'Udc anche l'intimidazione denunciata da Ruberto

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«Da qualche mese sono vittima, mio malgrado, delle attenzioni indesiderate dei signori Vincenzino Ruberto e Pasqualino Scaramuzzino con l’obiettivo di farmi dimettere da consigliere comunale di Lamezia Terme, in modo che lo stesso Ruberto, primo dei non eletti, possa prendere il mio posto; potendo subentrare, infatti, solo con la mia esclusione, e non con quella di altri», lamenta Ruggero Pegna, consigliere comunale dell’Udc.

«Nonostante sia parecchio impegnato per lavoro su molti eventi e festival e stia ultimando il mio nuovo romanzo, sento la necessità di esprimere qualche considerazione, soprattutto per rispetto dei miei concittadini elettori, che mi hanno voluto al ballottaggio e in Consiglio Comunale, e dei tantissimi non solo lametini che mi stimano e mi seguono con affetto» spiega così il consigliere di opposizione, «dopo aver rifiutato altre due proposte di candidatura a sindaco in precedenti consultazioni, questa volta ho accettato con lo spirito di servizio e contributo alla mia città, non potendo mai immaginare che potessi diventare bersaglio, incredibilmente, di due persone dello stesso partito e, quindi, della stessa coalizione che mi ha proposto e sostenuto. E’ un fatto molto grave sia politicamente sia umanamente, proprio in considerazione del fatto che, in campagna elettorale, erano al mio fianco».

In merito alle accuse di debiti verso il Comune «che, dopo essere state dettagliatamente rispedite al mittente, proseguono in modo confuso a solo scopo intimidatorio e diffamatorio, confermo l’inesistenza di alcun debito personale e neppure di quelli, a loro dire, ereditati, in quanto si tratta di immobili venduti da mio padre nella sua nota attività di costruttore, basata su serietà e legalità, come da sentenze del Tribunale e Atti notarili trasmessi in Comune dal mio legale avvocato Tiziano Lio» continua Pegna, rimarcando come «per evitare qualsiasi imbarazzo ai colleghi consiglieri e allo stesso Sindaco, ho già provveduto a pagare i circa 3.000 euro indicati nella relazione dell’Ufficio Tributi, con riserva di azione per il recupero delle somme, in quanto debiti non esistenti, basati su visure catastali che non attestano la reale proprietà di un bene, peraltro in presenza di rinuncia all’eredità ed errore nelle notifiche. Altrettanto insussistente è la denuncia per infedele autodichiarazione di compatibilità, in quanto alla stessa, nel dubbio, ho allegato la distinta e la richiesta di rateizzazione dei presunti debiti rilasciata preventivamente dall’Ufficio Tributi, in attesa di poterli verificare».

In chiusura Pegna fa una riflessione sull’intimidazione che Ruberto ha denunciato di avere subito: «mi auguro vivamente che le Autorità Competenti ne scoprano l’autore, perché, goliardia o demenza, questa città deve liberarsi di quella politica che l’ha fin troppo umiliata e avvilita. Da questo momento, spero di poter tornare al mio lavoro, alle mie cose e al piccolo contributo che posso dare, anche solo in termini di legalità e immagine positiva, alla mia Città».

Il 23 luglio in consiglio comunale l’eventuale votazione dei consiglieri dovrebbe così mettere un primo punto su tale vicenda.

 

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