Stato di agitazione di tutto il personale del Comune di Lamezia Terme per i salari accessori non liquidati

I sindacati rammentano i passaggi precedenti all'attuale scelta

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Dopo l’assemblea tenuta ieri con voto unanime dei dipendenti che hanno partecipato, i sindacati Cisl Fp, Uil Fpl, Diccap e Rsu dichiarano lo stato di agitazione di tutto il personale del Comune di Lamezia Terme.

I contenuti della vertenza son quelli noti e si accentrano:

  1. mancata liquidazione produttività anni 2014 -2015-2016;
  2. mancata attivazione e definizione Peo anni 2014-2015-2016;
  3. mancata liquidazione contratto decentrato aziendale anno 2017;
  4. mancata apertura dei tavoli di contrattazione aziendale, normativo ed economico anni 2018-2019-2020;
  5. sospensione di tutte le attività lavorative legati agli istituti contrattuali previsti dall’art. 68 comma 1 del ccnl 21.05.2018.

I sindacati chiedono al Prefetto di «voler convocare le parti per la procedura di raffreddamento, in quanto ad oggi, non sussistono le condizioni di lealtà, regolarità, impegno e reciproca collaborazione, che porti a soluzione quanto legittimamente rivendicato dai lavoratori».

Secondo i sindacati «ad oggi non risultano liquidate 871.901,7 euro della produttività prevista per tutti i dipendenti, oltre eventuali e sicuri residui, e 105.000 euro impegnati per l’attivazione e l’attribuzione delle progressioni economiche orizzontali dei dipendenti aventi titolo e diritto», esprimendo «dubbi di legittimità sulla costituzione del fondo del salario accessorio dei dipendenti per gli anni a seguire, considerato che le somme impegnate e non liquidate, in particolare quelle delle progressioni economiche orizzontali, alterano l’esatta quantificazione delle risorse negli anni successivi, in violazione dell’art. 67 del CCNL 21.05.2018 che prevede, a decorrere dall’anno 2018, un unico importo “consolidato” di tutte le risorse decentrate stabili. Questa circostanza, determinerà un ulteriore vizio sostanziale nella determinazione delle risorse per il trattamento economico delle Posizioni Organizzative, in base all’art.15 del CCNL 21.05.2018, oltre alla irregolare individuazione della posizione di lavoro in una Unità Operativa Autonoma, non prevista dall’assetto regolamentare dell’Ente».

Si rimarca, oltre allo sciopero durante la gestione commissariale ed i rapporti con la parte pubblica avuti prima e dopo lo scioglimento, come «il tutto è ancor più aggravato dalla mancanza di specifici obiettivi ex ante o di un Piano esecutivo di gestione provvisorio (PEG), per consentire la continuità dell’azione amministrativa e al fine di sopperire all’assenza, all’inizio dell’esercizio, degli strumenti di programmazione previsti dall’ordinamento, rappresentando una grave violazione dell’art. 3 comma 1-ter del D.Lgs. N° 74 del 25.05.2017».

In più ci sarebbero vertenze legali, oltre alla mancanza di piani perfomance ed obiettivi, a fermare la liquidazione di quanto dovuto con le necessarie valutazioni.

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