“I vertici dell’Udc e dei partiti che mi hanno voluto candidare rompano il silenzio indecente di questi giorni”

Ruggero Pegna risponde a Vincenzino Ruberto e chiama in causa per una presa di posizione la propria parte politica

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«Un consiglio comunale e l’intera Città non possono essere scambiati per una sagra paesana o una scorpacciata tra compari, dove poter toccare ogni punta di volgarità a suon di calici pieni», replica Ruggero Pegna a Vincenzino Ruberto, che oggi aveva lamentato l’atteggiamento del sindaco in merito alla posizione tenuta dal primo cittadino ieri in consiglio comunale sulla vicenda della verifica della presunta incompatibilità dell’ex avversario al ballottaggio.

Non escludendo di aderire anche alle vie legali per le considerazioni del primo dei non eletti nella lista dell’Udc, Pegna specifica che «ho votato il bilancio in tutta onestà intellettuale, convinto che Lamezia meritasse di guardare al futuro con ottimismo, al di là di posizioni preconcette legate a schieramenti e logiche partitiche. L’illustrazione dell’Assessore Zaffina, precisa, puntuale ed esauriente, non poteva lasciare dubbi ad una scelta di buon senso. Il bene di Lamezia non può essere dipendente da posizioni illogiche o cosiddette “politiche”, manco a dirlo per “partito preso”. Il sottoscritto non ha padroni ma idee e proprie convinzioni, spesso trasversali rispetto agli schemi innaturali e forse superati della politica».

Per altro ad essere votati son stati due bilanci relativi alla precedente gestione amministrativa, come il consolidato 2018 ed il consuntivo 2019, arrivati fuori tempo massimo in aula.

«Da quando partecipo a commissioni e consigli comunali, procedo secondo il mio pensiero e la mia coscienza, mai per dover fare opposizione a tutti i costi. Ho una forma mentis costruttiva e positiva», specifica Pegna, «ho accettato la candidatura per essere utile alla mia città, non per danneggiarla. Non devo fare carriere o difendere interessi personali. Il voto utile a Lamezia, ieri, a mio modestissimo parere, non poteva essere diverso, anche per la gravissima assenza del revisori, mai presenti alle discussioni».

Il consigliere comunale rimarca così che «la vicenda si è conclusa con il parere di “insussistenza di ogni debito e della presunta incompatibilità”, ben relazionato da parte del Segretario Generale e del Presidente del Consiglio Comunale, che ne ha preso atto, e suggellato dal voto all’unanimità di tutto il Consiglio Comunale, che ringrazio per la stima e l’aver respinto ogni intimidazione. Il Sindaco, con il quale non c’è mai stata l’inimicizia invocata dal tale, ma semplice competizione elettorale, si è limitato a tirare le conclusioni di una vicenda indecorosa, snocciolando in modo inequivocabile anche la giurisprudenza in materia. Essere arrivato al ballottaggio con un caro amico, è stata per me un’esperienza indimenticabile, frutto innanzitutto di qualità umane di entrambi. Il grave attacco subito per accaparrarsi la presenza in consiglio comunale, potendo subentrare solo al mio posto, si è rivelata pura vigliaccheria e solo falsità, trattandosi peraltro di un mio sostenitore a sindaco del mio stesso partito».

La conclusione è così di tipo politico: «mi auguro che i vertici dell’Udc e dei partiti che mi hanno voluto candidare, pregandomi in tutti i modi, ne prendano atto e rompano il silenzio indecente di questi giorni. L’unico aspetto che mi dice di aver fatto bene ad accettare, oggi mi è chiaro: ogni cittadino onesto e perbene, che si mette a disposizione della Città, può sottrarre un posto a chi persegue esclusivi scopi personali, a danno di tutta la collettività. Lamezia deve guardare ad un futuro diverso e prezioso, che si affranchi dalle logiche che l’hanno defraudata anche della dignità. Ogni risarcimento delle azioni giudiziarie che avvierò sarà destinato a scopi benefici».

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