Per la segreteria lametia del Pd non avere un presidente lametino della Sacal è una sconfitta del sindaco Mascaro

Si accusa il primo cittadino di poca chiarezza su ambiti che riguardano la società che gestisce gli aeroporti

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Per la segreteria lametia del Pd non avere avuto neanche questa volta un presidente lametino della Sacal è una sconfitta del sindaco Paolo Mascaro, al netto del fatto che il Comune di Lamezia Terme non è socio unico all’interno del consiglio di amministrazione.

Si ritiene che «la città che, insieme ai soci privati lametini, detiene la maggioranza relativa della Sacal, toccando quasi il 40% delle quote societarie e ciò nonostante viene trattata come se fosse il solito ospite indesiderato», accusando il primo cittadino di non essere «riuscito ad incidere sull’individuazione del neo eletto Presidente della Sacal, perdendo per l’ennesima volta l’occasione di valorizzare (o almeno tentare) le grandi risorse interne alla Città soccombendo anche nell’intento di inserire nel CDA della Sacal l’imprenditore di sua fiducia che aveva già da tempo ampiamente individuato. Ma non solo ha dovuto subire la scelta di un Presidente calato dall’alto, di cui non sapeva nulla e che non conosceva nemmeno, ha dovuto anche mollare di fronte al diktat del suo amico Abramo che gli ha imposto il Presidente della Camera di Commercio obbligando quindi il socio Comune a nominare una donna nel rispetto della quota rosa prevista dalla legge», lamentando che la Milone, «sicuramente un’ottima persona ed una brillante imprenditrice, ha espresso posizioni diametralmente opposte a quelle del Sindaco e della sua amministrazione su importanti questioni che interessano la citta e che sono nell’agenda comunale proprio in questi giorni, pensiamo per esempio all’ampliamento della discarica».

Dal PD si chiede poi conto al Comune anche di scelte interne alla Sacal, come gli incontri del neo presidente Giulio De Metrio (che per altro non viene mai nominato nel comunicato stampa) con rappresentanti politici della Lega, l’aumento del compenso che «da 100.000 euro annui è passato a 240.000 annui senza la previsione di un risultato aziendale in termini positivi, senza la previsione di una gradualità rispetto ad obbiettivi da raggiungere negli anni, con il prossimo bilancio in negativo per via dell’incidenza del Covid 19 ed a fronte di un esercito di stagionali che da anni stanno lottando ed attendendo di essere stabilizzati e che ancora sono costretti a subire la gogna della precarietà senza poter godere di diritti fondamentali come la Cassa integrazione e senza alcuna prospettiva di stabilizzazione». Sugli stagionali però decide il mercato, ed il consiglio comunale e l’amministrazione si erano già espressi a riguardo.

Per il Pd a relazionare sui conti della società e sulla nuova aerostazione dovrebbe essere il sindaco, e non chi è stato nominato in cda o il presidente della stessa società.

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