Per Sirianni un flop il Calabria Fest su Corso Numistrano, reputando si dovesse tenere in uno stadio

Il segretario cittadino del Partito Democratico contesta le ordinanze del Comune, nate però sulle indicazioni avute lunedì dalla commissione vigilanza

Passata la prima serata (in finale sabato andranno il torinese Giovanni Arichetta, originario di Reggio Calabria, e i Carboidrati di Crotone) il Calabria Fest tiene ancora banco non per la musica o il ritorno di immagine tramite i social del canale Rai dedicato, ma per quanto riguarda le misure di sicurezza in ottica Covid che si sono dovute seguire dalle 21.30 a mezzanotte lungo Corso Numistrano tra gli uffici dei servizi sociali ed il tratto poco prima di piazzetta San Domenico.

«Il limite di pubblico e l’obbligo ad allestire una platea a sedere, con ogni controllo previsto dalle norme – ha precisato il direttore artistico Ruggero Pegna –  non sono nostre scelte, ma l’unico modo per effettuarlo rispettando le leggi in vigore. Abbiamo voluto, infatti, confermarlo comunque, trattandosi di un evento Rai di risonanza nazionale. Il Festival nasce come evento di massa. Speriamo che l’anno prossimo il Covid sia solo un ricordo e, in qualsiasi luogo della Calabria in cui si effettuerà, si possa tornare a fare ad ingresso libero».

Diversa interpretazione è quella di Antonio Sirianni, segretario cittadino del Partito Democratico, che contesta le ordinanze del Comune, nate però sulle indicazioni avute lunedì dalla commissione vigilanza tenuta in commissariato, ed annunciate con tanto di comunicato dall’organizzazione dell’evento che è un’associazione privata e non l’amministrazione comunale.

«Pur rispettando l’iniziativa, fa specie che tantissimi cittadini non hanno potuto godere del passeggio perché per entrare nell’area adibita si dovevano pagare 5 euro, questo il costo del biglietto per i posti a sedere nonostante l’evento abbia ricevuto un finanziamento regionale, scelta rivista nel corso della serata che è stata un vero e proprio flop con pochissimi avventori nelle prime file», reputa Sirianni, «l’occupazione per tante serate del salotto di Lamezia dimostra altresì la mancanza di rispetto per chi lo frequenta e anche la mancanza di memoria storica dell’uso della zona, sempre e comunque libera da imposizioni di qualsivoglia natura. L’evento in questione invece, iniziativa lodevole, ripeto si traduce in un uso privato di un luogo pubblico all’aperto così come è stata impostata. L’organizzatore avrebbe dovuto richiedere l’uso di uno stadio, luogo con cancelli e quindi adatto all’evento». Se non fosse che 2 stadi cittadini attualmente son impegnati con la preparazione delle squadre di calcio, ed un palco da martedì a domenica non permetteva nessun allenamento, ed il D’Ippolito ha in corso lavori sul manto erboso.