Senza Nodi e Cittadinanza Attiva – Tribunale del Malato chiedono alla politica di dare risposte che spettano ai commissari

Nel lamentare i disagi che colpiscono anche l'ospedale di Lamezia Terme come tutte le strutture sanitarie calabresi.

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Continuano a rivolgersi alla politica lametina, mentre le decisioni sono prese da commissari esterni (Cotticelli per la Regione, la terna guidata dalla Latella per quanto riguarda l’Asp di Catanzaro) le associazioni Senza Nodi e Cittadinanza Attiva – Tribunale del Malato nel lamentare i disagi che colpiscono anche l’ospedale di Lamezia Terme come tutte le strutture sanitarie calabresi.

«Anche settimane per un piano terapeutico, mesi per una visita urgente, ambulatori ancora chiusi e non sappiamo cosa succederà se scoppia una nuova emergenza», lamentano nel comunicato Nadia Donato e Felice Lentidoro a nome delle due sigle, «a dover spigare però non sono i medici ma la politica e chi amministra per conto di essa. Riaprire l’Obi o dare la possibilità ad una struttura simile di dare le risposte in termini di tempo, di sicurezza, di affidabilità e di salvaguardia del paziente, così come faceva l’Obi. Ora che c’è anche il precovid, riattivate e recuperate l’eccellenza gli specialisti infettivologi che abbiamo e che sono molto preparati e riaprite malattie infettive, anche con un’influenza abbiamo problemi ad andare in ospedale».

Si cita microbiologia, che a Lamezia Terme è chiusa, parlando dei 140 tamponi al giorno che vengono effettuati nei laboratori da personale reclutato in modo part time, rimarcando come «gli ambulatori non riescono a dare risposte adeguate, a volte alcuni medici non hanno un infermiere che li coadiuvi e non sanno come ricevere il malato. Alcuni ambulatori non hanno mai riaperto e non per problemi Covid, ma per l’incredibile e ingiustificata carenza di personale».

A dicembre dello scorso anno l’Asp ha dichiarato dissesto, rimasto in un limbo per via della pandemia da Covid-19, ed il piano del fabbisogno del personale prevede più pensionamenti che assunzioni, ma nonostante ciò le due sigle chiedono che «riorganizzate l’ospedale e la medicina del territorio, mandate il personale che serve e riorganizzate in maniera tale che i medici possano lavorare in equipe come già succede in tanti altri ospedale o aziende sanitarie».

Martedì mattina, a meno di ulteriori e nuovi rinvi e cambi di programma, i vari attori in campo dovrebbero vedersi nella Sala Napolitano con il generale Cotticelli, incontro che però non vede al tavolo le associazioni che puntano il dito contro la politica e si appellano a chi, come il Comune, non ha voce in capitolo negli atti amministrativi.

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