Parrucchiere lametino chiede al Premier conto sugli aiuti mai arrivati e i rischi relativi ad un nuovo blocco delle attività

Minori clienti da poter gestire, più misure restrittive, contributi non ancora liquidati al centro della missiva

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Tramite una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Conte un parrucchiere di Lamezia Terme chiede di sollecitare gli aiuti mai arrivati e i rischi relativi ad un nuovo blocco delle attività.

Egregio Presidente Conte,

mi chiamo Domenico Buonconsiglio e sono un parrucchiere di Lamezia Terme. Gestisco da più di venti anni con amore e dedizione un piccolo salone nel cuore della città con il quale mantengo la mia famiglia, mia moglie e tre figli. Sono uno di quelli che ha abbassato la saracinesca durante il lockdown, perché quello che offro non è considerato un servizio essenziale.

Dopo la riapertura mi sono adeguato a tutte le norme di sicurezza previste, che continuo a seguire scrupolosamente. Ora che in tutto il Paese i contagi sono ripresi, così come era stato ampiamente previsto, si palesa la possibilità di una nuova serrata per parrucchieri e centri estetici. Facile a dirsi e anche a farsi.

Eppure c’è un ma. C’è che di quanto era stato ipotizzato o promesso durante il lockdown a chi opera nel settore, poco e nulla è stato fatto e questo ha gravemente compresso il rapporto di fiducia con le istituzioni che ci governano. C’è che dei tanto sbandierati 600 euro, ho avuto solo due mensilità con le quali ho dovuto fare fronte a sessanta giorni e oltre di fitto pagato a vuoto, di tasse che sono comunque arrivate, di entrate mancate.

Gli aiuti per i fitti non si sono mai concretizzati e, anzi, quando finalmente abbiamo potuto tornare a lavorare ci siamo fatti carico di tutte le spese per rendere fruibile la nostra attività con le nuove regole. Anche in questo caso avremmo dovuto avere uno sgravio e, invece, abbiamo messo mano ai conti in banca continuando a sperare nel futuro. Nel frattempo il numero di clienti che possiamo gestire è diminuito per garantire la distanza di un metro l’uno dall’altro.

Alla luce di tutto questo come possiamo noi professionisti del settore eventualmente chiudere sapendo che avremo una nuova emorragia economica e che si rischia di avere solo nuovi proclami? Presidente, la invito a guardare a tutto il tessuto economico, anche a quello dei piccoli imprenditori. Il Covid è una sfida non facile, ma non si possono stringere in una morsa imprenditori, padri di famiglia, cittadini. Abbiamo bisogno di sostegno per recuperare le perdite dei mesi scorsi e che si pensino strategie per affrontare i futuri potenziali ridimensionamenti o blocchi. Non parole, ma fatti.

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