“La pandemia non blocca il diritto di vedere i figli”

Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti

Più informazioni su

«La pandemia non blocca il diritto di vedere i figli». A sostenerlo è l’avvocato Vanessa Cardamone del Foro di Lamezia Terme chiamata da don Pino Latelli, parroco in solido della Beata Vergine del Carmine di Lamezia Terme, ad affrontare un tema delicato ed attuale sulle conseguenze derivanti dal rapporto tra genitori separati e figli in tempo di pandemia traendo spunto dalla difficile situazione che Mario, padre di due bambini di due e dieci anni, sta vivendo in un paese del Nord, dove risiede.

«I divieti di spostamento, adottati durante l’emergenza sanitaria, – risponde l’avvocatessa – non possono incidere direttamente sulla regolamentazione della frequentazione genitori-figli. Il diritto di spostamento incide sulla libertà di movimento di ciascun singolo soggetto, ma non sull’efficacia di un provvedimento giudiziario in essere. A seguito dei vari provvedimenti nazionali emessi al fine di contrastare il contagio da Covid-19, con riferimento espresso al diritto di visita del genitore non collocatario della prole, già in data 10 marzo 2020, il Governo, attraverso il proprio sito istituzionale – governo.it – ha definitivamente chiarito che gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio».

Comunque è necessario porre un contemperamento tra il diritto alla bigenitorialità e alla relazione del minore con entrambi i genitori con il diritto alla salute dello stesso. L’interruzione protratta nel tempo del rapporto tra genitore e figlio può avere delle conseguenze irrimediabili nel rapporto stesso e, di conseguenza sulla sana crescita del minore anche in riferimento al suo equilibrio psicofisico.

«Numerosi i Tribunali – continua l’avvocatessa – che si sono pronunciati sulla tutela del minore, ovvero del cosiddetto best interest of the child, che si traduce nell’essenziale apporto all’equilibrio psico-fisico (rectius definito da alcune pronunce vero e proprio diritto alla salute) del minore correlato alla presenza di entrambi i genitori, ossia nell’attuazione del cosiddetto diritto alla bigenitorialità».

In un momento storico in cui i minori, già psicologicamente provati da tale situazione eccezionale di isolamento forzato, soffrono della mancanza di quotidianità fatta, tra l’altro, di scuola, compagni ed attività sportive/ricreative, la pandemia non può e non deve essere “usata” come al fine di ledere il diritto dei minori e dei genitori separati alla bigenitorialità , diritto fondato sull’articolo 30 della Costituzione e sull’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La continuità del rapporto genitore/figlio, esplicitata con il diritto di visita, è fonte di supporto e di affetto per i minori e non può che aiutarli a meglio gestire questa particolare situazione.

«I decreti ministeriali – conclude l’avvocato Cardamone – non hanno sospeso i provvedimenti in punto di regolamentazione dei tempi di permanenza dei figli presso ciascuno dei genitori. Ovviamente le modalità di esercizio del diritto di visita dovranno coniugarsi con le disposizioni generali ed essere interpretate, soprattutto, alla luce del buon senso: evitando di creare situazioni di rischio e cercando di adoperarsi per trovare soluzioni opportune, senza mai perdere di vista che i genitori sono chiamati non a volere bene ai figli ma a volere il bene dei figli e, il bene per loro, è avere la presenza costante di entrambe le figure genitoriali».

Più informazioni su