Piccioni chiede la chiusura delle scuole per 2 settimane e ordinanze emanate senza i dati ufficiali dell’Asp

Si sollecita un tavolo di lavoro, come quello che però aveva già aperto la terza commissione, con i risultati noti: la sanità non passa dal Comune.

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Alla vigilia del simil lockdown calabrese, per Rosario Piccioni permane il problema della gestione della pandemia a livello locale, sostenendo che «il sindaco gestisce situazione Covid da burocrate. Subito tavolo con le altre forze politiche per affrontare emergenza».

«Purtroppo dobbiamo constatare che l’atteggiamento del sindaco Mascaro, che ancora oggi si limita a snocciolare cifre e ad arrampicarsi su operazioni aritmetiche per fare ingiustificabili paragoni con la situazione nazionale, sta portando la nostra città in una situazione drammatica», sostiene il consigliere di Lamezia Bene Comune, «mentre il bollettino comunicato dal sindaco è fermo a meno di 130 casi positivi in città, fonti di stampa parlano di quasi 200 casi positivi in città. Un dato inquietante che smonta completamente la retorica con cui fino ad oggi il sindaco ha affrontato il tema Covid in città, parlandoci di una “situazione sotto controllo” o addirittura dipingendo Lamezia come una sorta di isola “covid free” veicolando un messaggio profondamente sbagliato ai cittadini».

Di mezzo c’è la lentezza dell’Asp a comunicare i dati ufficiali al Comune e la prontezza nel dare dati diversi a seconda della testata interpellante, e tutto il percorso di processare i tamponi già in difficoltà nella prima ondata.

«Mascaro sta affrontando l’emergenza Covid a Lamezia con un approccio meramente burocratico, limitandosi a riferire i numeri ufficiali trasmessi dall’Asp, attività che qualsiasi altro cittadino sarebbe in grado di fare», sostiene Piccioni, anche se l’azienda sanitaria provinciale non emette pubblicamente alcun bollettino, ed i dati sanitari comunicati servono ad emettere le ordinanze, ambito che compete solo al sindaco.

Secondo Piccioni invece «è inaccettabile che, solo per motivi burocratici, il Sindaco pur informato per vie brevi dall’Asp dei nuovi contagi non emetta l’ordinanza di quarantena o isolamento fino a quando non riceve la comunicazione ufficiale», lamentando che «dal sindaco non c’è stata la minima iniziativa di coinvolgimento delle forze politiche e sociali, del mondo del volontariato e delle associazioni della città per prepararci a una “seconda ondata” di cui già da settembre avevamo avuto le prime avvisaglie. Solo poche settimane fa avevamo sollecitato il sindaco sia a prendere adeguate contromisure per limitare il contagio sia a svolgere un’attività di informazione e prevenzione in aree particolarmente sensibili della città, come nel campo di Scordovillo: purtroppo siamo rimasti inascoltati ed è notizia di ieri i primi casi covid nel campo rom».

Lo sfogo online contro l’arrivo della zona rossa viene criticato in quanto tale dal punto di vista politico da Piccioni, poiché «si è accodato al coro di centrodestra dei vari Tallini e Furgiuele che, anziché battere i pugni in otto mesi per attrezzare Lamezia e la Calabria, soffiano ora sul fuoco dell’emergenza per fare sterili polemiche politiche. Perché in questi mesi non abbiamo visto il sindaco Mascaro battersi perché la giunta regionale e il commissario ad acta spendessero invece di stare con le mani in mano gli oltre 50 milioni di euro stanziati dal governo per attrezzare ospedali e terapie intensive in vista dell’ondata autunnale? Cosa ha fatto Mascaro in questi mesi, proclami a parte, per rendere concreto il progetto del centro covid a Lamezia, proposto dal dottore Cesare Perri e sostenuto da tutto il consiglio comunale? Perché Mascaro urla e alza i toni solo in campagna elettorale e con la stessa forza non ha lottato per avere, non oggi ma già ai primi di settembre, la riapertura del reparto di malattie infettive del nostro ospedale?». Se non fosse che gli incontri con Cotticelli e la terna commissariale che guida l’Asp siano avvenuti senza risultati.

Piccioni chiede così «un’ordinanza per la chiusura di tutte le scuole di Lamezia per almeno 2 settimane, anche di quelle scuole che resterebbero aperte alla luce del dpcm che entrerà in vigore domani. I casi nelle scuole primarie si stanno moltiplicando e tante classi già non stanno frequentando. Possiamo immaginare la preoccupazione con cui tanti genitori della nostra città stanno mandando i loro figli a scuola di fronte a un sistema di controllo che, nonostante il lavoro diligente svolto da numerosi dirigenti scolastici, è saltato. È terribile privare i bambini delle primarie della scuola che è e rimane un baluardo insuperabile di crescita umana e culturale. Ma in questo momento è assolutamente necessario, come dimostra ciò che sta accadendo quotidianamente nelle scuole cittadine, disporre temporaneamente la chiusura».

Si chiede così un tavolo di lavoro, come quello che però aveva già aperto la terza commissione, con i risultati noti: la sanità non passa dal Comune.

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