“La Calabria è zona rossa per un sistema sanitario completamente inefficiente e inadeguato”

Il gruppo consiliare composto da Rosy Rubino, Alessandro Saullo e Giovanni Saladini lamenta i mancati interventi

Dopo la zona rossa ed il prolungamento per altri 2 anni del commissariamento della sanità regionale, la politica lametina continua a contestare l’operato di chi è stato chiamato a gestire il settore che non è di competenza comunale.

Il gruppo consiliare composto da Rosy Rubino, Alessandro Saullo e Giovanni Saladini lamenta che «la Calabria grazie all’intervento dello Stato avrebbe dovuto cambiare pagina allineandosi a regioni più virtuose, ma invece questa inversione di marcia non c’è stata», contestando che «oggi ci troviamo con ospedali al collasso, disavanzi peggiori rispetto a 10 anni fa e dei servizi che si mantengono per la buona volontà e lo spirito di sacrificio degli operatori sanitari, che oltre a lavorare in condizioni pessime vengono continuamente derisi e maltrattati dagli utenti che non si rendono conto di cosa vuol dire lavorare nelle nostre strutture e cercare di mantenere una qualità dei servizi alta».

Secondo i consiglieri «siamo in piena emergenza sanitaria, lo siamo dal mese di febbraio, nessuno poteva pensare di essere pronto dopo solo un mese, di fronte a quanto è successo, ma oggi, nel mese di novembre le cose dovrebbero essere diverse, invece no. La Calabria è zona rossa, quando i numeri dicono che saremmo potuti essere l’unica regione di Italia Verde, perché nella regione Calabria non è stato fatto nulla: assunzione di 500 medici, centro regionale Covid, rete territoriale rafforzata, aumento dei posti letto di malattie infettive e di rianimazione».

Andando in un verso opposto così alla linea polemica del primo cittadino, secondo i 3 esponenti di maggioranza «è inutile fare polemiche ma bisogna trovare soluzioni, se la Calabria è zona rossa oggi lo è per colpa di un sistema sanitario completamente inefficiente e inadeguato, pensare di sistemare tutto è impossibile ma attivarsi (sempre meglio tardi che mai) per risolvere i problemi sanitari e poter quanto meno gestire le criticità che verranno è la cosa più importante».