Cotticelli si dimette, come chiesto a gran voce da più parti, mentre i commissari aziendali rimangono con il Covid da gestire

In attesa del nuovo commissario, la Regione chiede un'interlocuzione che nei fatti lo stesso istituto di commissariamento esclude

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    Dopo il coro di accuse contro la Regione nel momento della proclamazione della zona rossa, e di contro il coro opposto ad accusare il Governo, una vera e propria bufera si è scatenata in Calabria sul commissario per il rientro del debito sanitario, il generale dei carabinieri in pensione Saverio Cotticelli, nominato dal Governo 2 anni fa, dopo una sua intervista alla trasmissione di Raitre “Titolo V”.

    Cotticelli, in sostanza, ha sostenuto di non essere lui l’incaricato di redigere il piano anti Covid salvo poi scoprire da una comunicazione del ministero di essere proprio lui quello che doveva preparare il piano: “Si sono io. Per la prossima settimana sarà pronto. Cosa vuole che le dica, dottore – ha tentato di smarcarsi – tanto io domani mattina sarò cacciato”. Il piano doveva essere pronto già durante il primo lockdown, Cotticelli ha chiesto chiarimenti a giugno e la risposta è arrivata a fine ottobre, sintomo che non proprio tutti abbiano reagito in modo tempestivo.

    Stamani è intervenuto direttamente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per dire che “il commissario per la sanità in Calabria Saverio Cotticelli va sostituito con effetto immediato. Anche se il processo di nomina del nuovo commissario prevede un percorso molto articolato – ha aggiunto il premier – voglio firmare il decreto già nelle prossime ore: i calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità”.

    Decisione confermata da fonti del ministero della Salute: “già nelle prossime ore è prevista la nomina del nuovo Commissario per la Calabria”. Le stesse fonti sottolineano che “Cotticelli, sta presentando le sue dimissioni al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri”.

    Dimissioni superate dagli eventi, mentre si allunga l’elenco di comunicati stampa (sindacati, politici, movimenti, associazioni, etc) che chiedono quanto già in essere. Nel frattempo la pandemia da Covid-19 rimane il problema da affrontare, con gli altri commissari delle aziende ospedaliere che sarebbero chiamati a dover rispondere alle esigenze di riorganizzazione del servizio, in attesa che il Governo nomini il nuovo commissario che per i prossimi 2 anni guidi la sanità regionale. Il settore, infatti, rimarrà escluso dalle competenze sia dell’attuale giunta “provvisoria” che del consiglio regionale che sarà eletto in primavera, anche se i toni da campagna elettorale non farebbero presagire ciò.

    «Prendiamo atto con sollievo dell’annunciata volontà del premier Conte di rimuovere, con effetto immediato, il commissario ad acta della Sanità calabrese, il quale – da quasi 2 anni – ha continuato a provocare danni ormai sotto gli occhi di tutti. È la migliore dimostrazione del fatto che noi abbiamo sempre detto la verità circa le responsabilità per la mancata attivazione del piano d’emergenza covid, che ha anche provocato la scelta di dichiarare “zona rossa” la Calabria». Lo afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, anche se il Tar del Lazio con un decreto ha respinto il ricorso del presidente facente funzioni della Regione Calabriarelativo alla decisione di istituire la così detta zona rossa in Calabria riguardo all’emergenza Covid. Restano pertanto attualmente in vigore le misure decretate dal governo. Nello specifico, si legge nel decreto, “Il tribunale rigetta la richiesta cautelare monocratica e accoglie la richiesta di dimezzare i termini processuali e, per l’effetto, fissa la camera di consiglio del 18 novembre 2020 per la trattazione collegiale dell’istanza cautelare”.

    «La grave situazione attuale, tuttavia – aggiunge -, impone a tutti di fermarsi un attimo per cercare soluzioni condivise e per riflettere sull’effettiva validità di un Piano di rientro che, da 11 anni, ci costringe a sperperare risorse senza risolvere nessuno dei problemi che affliggono i cittadini calabresi».

    «Al Governo – dice ancora Spirlì – chiediamo di concordare con la Regione tutte le decisioni che riterrà di assumere in seguito a questa grave autodenuncia dello stesso commissario Cotticelli. Allo stesso modo, e alla luce delle inquietanti verità che stanno venendo fuori in queste ore – anche in merito alle attività svolte dalle strutture commissariali – invito il presidente Conte a non procedere con l’approvazione finale del nuovo Decreto Calabria, che non sarebbe altro che un atto di autolesionismo per lo stesso Governo e la maggioranza che lo sostiene e rinnoverebbe, di fatto aggravandolo, un commissariamento che è riuscito solo a inanellare fallimenti su fallimenti».

    «La Regione – conclude il presidente ff – rimane dunque in attesa di una convocazione da parte del premier per discutere del modo in cui, nel prossimo futuro, ci si prenderà cura della salute dei cittadini e della valorizzazione del personale sanitario della Calabria». Se non fosse che il commissariamento nasce proprio per le colpe di chi in gestioni precedenti ha gestito a livello politico la sanità, e che l’attuale giunta sia incaricata di risolvere questioni urgenti ed improrogabili di propria competenza, come traghettare l’ente a chi sarà eletto in successione di Jole Santelli.

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