Bilancio della Caritas nel corso dell’ultimo anno e mezzo, con anche la pandemia da coronavirus da affrontare foto

Tutte attività che si reggono su fondi derivanti dall'8xmille e diocesani (circa 140.000 euro all'anno), Cei, donazioni, progetti legati al terzo settore

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Un bilancio del lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno e mezzo, con anche la pandemia da coronavirus a prevedere di rimodulare i servizi (uffici chiusi, spesa in sospeso da gestire, mensa, etc), offerto questa mattina da parte dei responsabili della Caritas lametina.

Dal 1 gennaio 2019 al 1 ottobre 2020 sono circa 384 le persone che si sono rivolte allo sportello del Centro di Ascolto per la prima volta, e di queste 39 sono di etnia rom, mentre dall’11 marzo al 1 ottobre gli ascolti e gli interventi effettuati in emergenza sono stati più di 600 con 231 schede inserite nel database.

I bisogni prevalentemente espressi e rilevati sono quelli legati alla mancanza di lavoro o di un reddito sufficiente, oltre a quelli legati a problemi di salute e abitazione precaria. Da ciò ne deriva un aumento delle richieste di accesso all’emporio della solidarietà, al servizio mensa o richieste di contributi economici.

La mensa Caritas, sita in Via Duca D’Aosta nei locali adiacenti la parrocchia della Pietà, accoglie da lunedì a domenica, solo per il pranzo, circa 70 ospiti al giorno, passando al servizio d’asporto durante la fase di lockdown e rimodulando gli ingressi da inizio ottobre.

Oltre al pasto caldo garantito a tutte le persone che vivono in stato di disagio e povertà, è stato attivato un servizio di ascolto e accompagnamento di alcune persone senza dimora prese in carico in base alla loro vulnerabilità ed esigenza.

Dal 1 gennaio 2019 al 1ottobre 2020 si sono rivolte per la prima volta presso lo sportello del centro “Insieme” 503 persone, mentre da metà marzo al 18 maggio (giorno di riapertura del centro al pubblico) sono stati 867 (323 stranieri) gli utenti che hanno usufruito del servizio.

Le richieste più avanzate, legate ai bisogni di salute e di immigrazione, riguardano l’orientamento ai servizi socio – sanitari e il supporto burocratico – legale. Negli ultimi anni si registra un netto incremento di situazioni di disoccupazione/inoccupazione e di lavoro sommerso, oltre che un aumento delle problematiche abitative legate, soprattutto, alla forte difficoltà da parte delle persone straniere a trovare un’abitazione in affitto. In tal senso attualmente sono 3 gli ospiti della casa La Trempa nel centro storico.

Sono 6 invece dopo l’entrata in vigore dei decreti sicurezza le persone straniere ospitate al primo piano dell’ostello della carità, progetto nato però con altre intenzioni, visto che l’immobile consta di 2 piani nei quali sono espletate differenti attività e servizi: al piano terra la struttura comprende 3 stanze da letto, per un totale di 16 posti, 3 bagni, di cui uno per disabili, un ripostiglio e un refettorio con cucina annessa, compresa di piano cottura, stoviglie e frigorifero che conta circa 20 posti a sedere.

Nel centro sportivo diocesano “San Luigi Gonzaga” la partecipazione di 30 bambini italiani, rom e stranieri ha dato vita alla squadra multietnica “Oltre i confini”, con allenamenti anche di realtà scolastiche, del terzo settore e la collaborazione con la scuola calcio della Vigor Lamezia.

Gli uomini accolti nel dormitorio “Querce di Mamre”, dal 1 luglio 2019 alla chiusura avvenuta a settembre 2020 tra contratto scaduto e lavori da effettuare a spese del Comune, sono stati 79, più del 90% stranieri alle prese con lavori in nero o pratiche burocratiche inevase per quanto riguarda il permesso di soggiorno.

Per quanto riguarda la riapertura una delle vie che si sta valutando di percorrere è la possibilità di accedere a fondi europei tramite la Regione Calabria e destinati ai senza dimora. Inoltre, la Caritas Diocesana, tramite la parrocchia di San Giovanni Calabria di Sant’Eufemia, è in contatto con il sindaco di Lamezia Terme per una eventuale riapertura della struttura da ripristinare e la conseguente ripresa delle attività Caritas.

Tutte attività che si reggono su fondi derivanti dall’8xmille e diocesani (circa 140.000 euro all’anno), Cei, donazioni, progetti legati al terzo settore, con confermate per il 2021 le richieste per i progetti “La pietra scartata è pietra angolare” e “Mi ritorni in mente. In buona salute insieme”.

Inoltre rinnovata la promozione di azioni di volontariato a favore della collettività attivando programmi di Lavoro di Pubblica Utilità, messa alla prova per adulti e minori e attività di affidamento in prova. La Caritas Diocesana collabora, da anni, con l’UEPE di Catanzaro e l’USSM di Catanzaro per l’attivazione di programmi di lavoro socialmente utile presso i propri servizi.

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