Antonio Sirianni si dimette da segretario cittadino del Pd parlando di pressioni interne in vista delle regionali

"Per rispetto a loro e alla mia storia fatta di militanza e trasparenza non posso accettare giochetti di chi che sia"

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«Gruppi di pressioni interni che hanno già stabilito a tavolino le prossime candidature regionali, mi portano a ritenere esaurito il ruolo di direzione di questo partito». Saluta così Antonio Sirianni, annunciando le proprie dimissioni da segretario cittadino del Pd a 15 mesi dalla nomina.

«Dispiace rinunciare a iniziative che ero state messe in cantiere, come due incontri nelle prossime settimane con la responsabile nazionale Enti Locali Senatrice Caterina Bini e con il professore Ugo De Siervo (già Presidente della Corte Costituzionale) per parlare di regionalismo», sottolinea il dimissionario, «intendo il Partito come comunità e non come interessi di singoli contro altri ed è questo che ho cercato di trasmettere ai pochi ragazzi che in questi mesi mi hanno supportato e, per rispetto a loro e alla mia storia fatta di militanza e trasparenza non posso accettare giochetti di chi che sia».

Nel riepilogare questi mesi Sirianni spiega che «non è stato certamente tutto ‘’rose e fiori’’, fin dall’inizio una parte del gruppo dirigente non han ben digerito la mia nomina, ma con la maggioranza si è lavorato insieme, non a caso uno degli obiettivi che ci eravamo dati, quello di cercare di promuovere un’ azione comune dei gruppi consiliari, si sta piano piano realizzando. E’ chiaro che il mio modo di fare e di intendere la politica non sempre coincide con chi ha altri obiettivi ed interessi. Con tutti i limiti del caso, ho cercato di portare in questa mia esperienza quello in cui ho sempre creduto, vale a dire” l’impegno politico equivale ad impegno civico”. Non ho mai fatto politica per costruire una carriera e tanto meno mi è interessato o mi interessa appartenere a delle lobby».

Il segretario dimissionario ricorda che «sono stati mesi difficili e particolari, fin da subito ci siamo trovati ad affrontare una campagna elettorale per le elezioni comunali e subito dopo quelle regionali e se non bastasse si ci è messa di mezzo questa maledetta pandemia. Tutto ciò ha condizionato fortemente la nostra azione di ricostruire il Partito e una comunità, ci ha impedito di mettere in campo quello che noi ci eravamo prefissati. Nella relazione che ho fatto al Congresso, ho detto che la mia azione sarebbe stata ispirata al ‘’ Noi e non all’Io’’ e su questo, con mille difficoltà, ho cercato di tracciare un percorso».

Si reputa che «porto con me tante esperienze positive, ho trovato un partito ridotto a pezzi che non aveva più neanche una sede e ricordo le tante difficoltà a trovarne una nel più breve tempo possibile. Anche se sconfitti alle elezioni comunali, rimane l’orgoglio di essere riuscito, insieme a tanti altri, a formare una lista di giovani entusiasti – insieme alla lista di Nuova Era, giovani che devono essere il futuro non solo del Partito ma di tutto il Centro-Sinistra. Di positivo gli incontri avuti con le associazioni per costruire insieme un programma comune, il gruppo di lavoro sul PSC e sulla Sanità e quello sullo sviluppo dell’Area Industriale che si stava per costituire. Così come sono stati caratterizzanti gli incontri ‘’on line’’ con Nicola Oddati, Gianni Cuperlo e lo storico Enzo Ciconte, sempre condivisi con il gruppo dirigente, per cercare di alzare il livello del dibattito che non può essere solo rivolto a questioni puramente locali. Nelle ultime settimane abbiamo cercato insieme ai ragazzi che si sono avvicinati al Partito di ritornare ad avere un dialogo nelle periferie ma, purtroppo, a causa della pandemia, siamo stati costretti a fare un solo incontro. Avevo condiviso con la stragrande maggioranza del gruppo dirigente, di organizzare dopo tanti anni, la ‘’Festa dell’Unità’’ che non doveva essere soltanto un momento di autofinanziamento, ma di incontro, di apertura con la città, per costruire quel fronte progressista utile a fare uscire la città dalle sabbie mobili, ma purtroppo questo, così come altre cose, non è stato possibile realizzarlo causa Covid. Cosi, come purtroppo, siamo riusciti ad organizzare un unico incontro con tutti gli iscritti».

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