“Nell’area centrale della Calabria Catanzaro-Lamezia venga prevista una unica programmazione sanitaria”

A decidere sarà comunque il commissario Longo, non i prossimi consiglieri ed assessori regionali e comunali, sia in pre che post campagna elettorale.

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Se per i prossimi due anni ogni decisione in ambito sanitario passerà dai commissari, ad acta per il piano di rientro e quelli che lo stesso indicherà per gestire le aziende sanitarie, la politica lametina continua a chiedere di avere un potere di indirizzo che non ha più.

In tal senso Milena Liotta, da commissario del Psi, ricorda i piani regionali precedenti al 2010, i commissariamenti successivi, i conti che non tornano tra mobilità extraregionale non ridotta e servizi che vengono a mancare.

Si cita la creazione dell’azienda ospedaliera unica di Catanzaro, ad oggi ancora non arrivata a concretezza, e si lamenta l’esclusione nella stessa dell’ospedale di Lamezia Terme, che insieme a quelli di Soverato e Soveria Mannelli fa ancora parte dell’Asp di Catanzaro che si trova ancora per qualche mese commissariata per infiltrazioni mafiose proprio per un’indagine nata attorno al Giovanni Paolo II.

La Liotta però dell’attuale terna commissariale ricorda solo il Piano di Performance 2020-2022 redatto il 7 dicembre, sostenendo che dia «indirizzi e funzioni per Lamezia Terme e per Soveria Mannelli e per il territorio, partendo da considerazioni che sono evidenti», anche se lo stesso documento punta ad un sistema congiunto con la clinica Sant’Anna ora a rischio chiusura proprio per il mancato accreditamento da parte dell’Asp di Catanzaro.

Guardando invece alla sponda ionica dell’istmo la Liotta cita il passaggio in cui la terna commissariale rammenta che «“principale punto di debolezza è rappresentato paradossalmente dall’insistenza sul territorio di propria competenza dell’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Materdomini”. La seconda è che l’Ospedale di Lamezia Terme “che gode di una posizione strategica centrale in Calabria, facilmente accessibile con ogni tipo di collegamento (autostrade, aereo, ferroviario), nonché dotato di area per l’atterraggio degli elicotteri è la sede naturale per progetti di sviluppo regionale».

La stessa terna commissariale a dicembre dello scorso anno aveva decretato il dissesto per l’azienda, e nell’attuale piano del fabbisogno del personale prevede un numero di assunzioni rispetto ai pensionamenti, ambiti che però la politica cittadina tende a non tenere in considerazione nelle analisi.

Così anche il commissario del Psi reputa che «il documento, ovviamente, non ha motivazioni politiche e tralascia di dire che tre amministrazioni per tre aziende sanitarie, che dovrebbero coesistere in concorrenza in un’area che si percorre da un capo all’altro, con ogni tipo di collegamenti ed in poco tempo, sono solo una inutile spesa».

Si rimarca inoltre «la necessità di un nuovo interesse verso il Centro Protesi INAIL di Lamezia Terme, vero doppione del centro principale INAIL per il mezzogiorno, che nella versione ultima a seguito di un accordo con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro e con l’Ospedale di Lamezia Terme, dovrebbe prevedere posti letto e degenze».

La Liotta esorta così: «la politica a Lamezia Terme vada oltre e tiri le conseguenze delle premesse contenute nel documento della Commissione Straordinaria dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ed in chiarezza dica che nell’area centrale della Calabria Catanzaro-Lamezia, nella necessaria riorganizzazione della sanità regionale che sarà sicuramente tema non rinviabile per la nuova amministrazione regionale, venga prevista una unica programmazione sanitaria per l’intera area».

A decidere sarà comunque il commissario Longo, non i prossimi consiglieri ed assessori regionali e comunali, sia in pre che post campagna elettorale.

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