La presenza dell’aula bunker e del maxi processo Rinascita Scott come possibilità di vetrina di una Calabria migliore

La riflessione di Ruggero Pegna data l'attenzione mediatica sull'evento

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La presenza dell’aula bunker e del maxi processo Rinascita Scott come possibilità di vetrina di una Calabria migliore. Questa la riflessione di Ruggero Pegna, il quale rimarca come «la stampa di tutto il mondo è da qualche giorno a Lamezia Terme per seguire il più imponente processo alla ‘ndrangheta della storia. La Calabria, offesa e umiliata da uno dei cancri più letali della società, diventa essa stessa teatro della risposta dello Stato. Ci saranno condannati e assolti, come in tutti i processi, perché l’accertamento della verità giudiziaria non è mai semplice, ma c’è già una sentenza: la ‘ndrangheta collusa e infiltrata a tutti i livelli socio-politico-istituzionali si può mettere alle sbarre, combattere e battere».

Per l’esponente dell’Udc «c’è da augurare agli uomini della giustizia, primo fra tutti il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, di poter svolgere il proprio lavoro in serenità e a noi tutti di poter assistere al riscatto della nostra terra, con la condanna di chi l’ha lesa e vilipesa, per un risarcimento quanto meno morale, monito per tutte le future generazioni».

Si rimarca come «la Calabria non è sinonimo di ‘ndrangheta, ma è una terra bellissima e straordinaria, incredibilmente e inspiegabilmente abbandonata, ostaggio di criminalità, malaffare e, purtroppo e troppo spesso, mala politica. Oltre agli aspetti preponderanti di giustizia e legalità, i riflettori accesi sul cuore della Calabria aprono alla fiducia e alla speranza di un futuro diverso e consono alle sue immense potenzialità turistiche. Anche in questo Gratteri ha visto giusto, scegliendo il luogo della Regione naturalmente più logico e adatto, per centralità, collegamenti, spostamenti; tra aeroporto, stazione centrale, ogni tipo di rete stradale, al centro della spettacolare costa tirrenica».

Per questo si sottolinea che «troupe giornalistiche di tutto il mondo, finalmente, potranno raccontare la Calabria che processa la ‘ndrangheta a “casa sua”, negli stessi luoghi in cui ha portato tragedie e lutti e, al contempo, mostrare le bellezze incomparabili di un territorio dal patrimonio storico e paesaggistico inestimabile, immerso nel Mediterraneo. Chissà che, proprio dalla lotta al male, non possa nascere la più fenomenale opportunità per fare conoscere ovunque la Calabria vera, culla di storia, cultura e accoglienza, paradiso di meraviglie».

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