Lamentele sanitarie lametine su infermieri Co.Co.Co, contratti da prorogare per lo stato di emergenza, servizi online non utilizzati

Il direttivo di Patto Sociale, ed il parlamentare 5 Stelle D'Ippolito, contestano alcune scelte della gestione Asp, commissariata fino a settembre

Più informazioni su

Anche durante la pandemia attorno all’ospedale di Lamezia Terme non si placano le polemiche, tra servizi che esistono e quelli che non ci sono, tra reparti che si vorrebbero chiudere dopo la conversione di posti e uso del personale salutati in precedenza come vittorie della politica lametina nell’interlocuzione con l’Asp di Catanzaro.

Accade così che il direttivo di Patto Sociale, formazione che nel periodo precedente alla consiliatura faceva riferimento a Giancarlo Nicotera, lamenta che «in questi giorni in cui la pandemia fa, ancora, sentire forte il suo vigore non possiamo non raccogliere il grido disperato e di dolore degli infermieri assunti con co.co.co che hanno contratto il virus durante l’espletamento del loro lavoro nel reparto Covid allestito presso il nosocomio lametino», constatando che «cosi come i medici che in questo periodo vengono assunti con tali tipologie di contratto, sono lavoratori subordinati nella sostanza ma non nella forma. Sono lavoratori che a causa della tipologia contrattuale applicata hanno meno tutele rispetto a quelle che effettivamente dovrebbero avere. Sono lavoratori autonomi per i quali non sono previste ferie, malattia, non è prevista alcuna indennità di rischio e soprattutto non è prevista alcuna copertura assicurativa Inail contro gli infortuni sul lavoro».

Si chiede così «a tutti gli attori istituzionali di questa vicenda di adoperarsi per fare in modo che non solo vengano prorogati tutti i contratti in essere ed in prossima scadenza degli infermieri assunti per l’emergenza sanitaria in corso, ma anche e soprattutto che i contratti degli infermieri co. co. co. siano convertiti in contratti di lavoro subordinato a tempo determinato al fine di garantire a questi infermieri, con immediatezza, gli stessi diritti degli altri colleghi».

Sul tema degli infermieri si era espresso ieri anche il parlamentare Giuseppe D’Ippolito, appellandosi «ai commissari delle aziende del Servizio sanitario affinché proroghino i contratti, in scadenza il prossimo 31 gennaio, di molti degli infermieri, diversi dei quali in servizio nell’Asp di Catanzaro, assunti per la cura dei pazienti affetti dal Covid 19», ambito che era legato allo stato di emergenza che sarebbe scaduto a fine mese, e solo recentemente prorogato dal Governo giallorosso al 30 aprile.

«Chiedo anche l’interessamento del commissario alla Sanità calabrese, Guido Longo, e del dirigente generale del dipartimento regionale Tutela della salute, Francesco Bevere, anche perché possano ricevere al più presto le rappresentanze sindacali degli infermieri, cui resto vicino, al fine di ascoltarne le ragioni», concludeva il pentastellato, che in precedenza contro l’Asp di Catanzaro aveva lanciato più strali, anche in aula, chiedendo la rimozione della terna commissariale, il cui mandato è stato invece prorogato fino a settembre, e la chiusura delle degenze Covid nella struttura lametina ritenendo la stessa non adeguata dopo il caso di 8 dipendenti contagiate dopo aver condiviso uno spogliatoio.

Oggi D’Ippolito lamenta invece «il caos della folla per vaccinare il personale sanitario avente diritto (in foto, anche se il punto di vaccinazione sarebbe nel senso opposto), ma anche per le prenotazioni, il pagamento ticket, l’accesso al Distretto. Nel 2021, l’anno del vaccino e della ripartenza, a Lamezia è impossibile prenotare per telefono o via Internet?» si chiede il parlamentare, con le risposte che sono presenti sull’homepage del sito aziendale (si può prenotare online come in farmacia, con nel corso del 2020 sottoscritto il protocollo per aderire alla centrale unica di tutta l’area centrale della Calabria) ma evidentemente non abbastanza pubblicizzate, visto che sul piano comunicativo l’azienda sanitaria provinciale anche in campo Covid non ha scelto ad oggi una via unica e chiara, nè la politica locale si prodiga in tal senso.

Più informazioni su