Si chiedono dati ufficiali, fidandosi di quelli ufficiosi, sulla gestione della pandemia da parte di Lamezia Bene Comune

Si chiedono dati certi e precisi sia sulla campagna di vaccinazione che sulla gestione Covid ai commissari

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Si rivolgono al Commissario ad acta della Sanità Guido Longo, alla Commissione Asp Catanzaro, al Direttore medico POU Lamezia Terme Antonio Gallucci i componenti di Lamezia Bene Comune chiedendo che «in una cornice di grande confusione con comunicazioni non sempre chiare, nel segno della trasparenza che in questo momento è necessaria per ridare ai cittadini la consapevolezza del proprio diritto alla salute senza produrre falsi allarmismi o sottovalutazioni che non aiuterebbero la responsabilità dei singoli, vengano resi noti e pubblici il numero delle dosi dei vaccini, la relativa somministrazione nei diversi territori della Calabria e lo stato d’attuazione delle diverse fasi del Piano vaccinale nella nostra regione».

Si contestano le posizioni a livello nazionale della Calabria, e che «oltre ai dati pubblicati nel suddetto sito, non abbiamo altri riferimenti e fonti ufficiali che ci diano il quadro della modalità e dei tempi di somministrazione dei vaccini. Sappiamo da fonti ufficiose che hanno ricevuto la prima dose il personale sanitario di strutture ospedaliere pubbliche e private e il personale delle RSU, mentre dai giornali abbiamo appreso che nell’Asp di Catanzaro i vaccini effettuati sarebbero di più e, se fossero stati comunicati al Ministero porterebbero ad una percentuale molto più alta del 72 %».

Si lamenta come «riguardo i contagi, mettendo insieme informazioni derivanti, sempre da fonti ufficiose, il tracciamento è praticamente saltato, causa carenza di personale Asp, e che spesso non vengono conteggiati i tamponi effettuati presso le strutture private. Allo stato attuale perciò è plausibile ritenere che i positivi nel lametino siano un numero molto maggiore rispetto a quanto riportato dai dati ufficiali».

Si chiedono quindi dati ufficiali, fidandosi di quelli ufficiosi, nel sostenere che «sarebbe stato giusto per i lametini e i calabresi affrontare il ritorno alla zona gialla, la riapertura della scuola e delle attività con un quadro chiaro della situazione dei contagi e di quella delle vaccinazioni, unica base di partenza possibile per l’auspicato ritorno alla normalità in sicurezza».

Sul piano sanitario si contesta la Regione, ma i decreti ad essere validi son quelli del commissario ad acta (e nei mesi scorsi il cambio della guardia tortuoso ha complicato ulteriormente tutte le fasi relative ai vari aspetti come posti letto, dpi, personale, etc)

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